1. 001 la bella estate - [ hungarian rapsody ]


    Data: 11/01/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    Di certo non si può dire che io non abbia trascorso una infanzia felice.
    
    Come Venere nacqui dalle acque per via di un parto naturale in poppa al panfilo di famiglia, nel mare che sta a largo di Portofino.
    
    Mi partorì così mia madre, come da sempre le madri della mia stirpe mettono al mondo la loro discendenza. Fu dunque un parto naturale, nelle blu acque oltremare a largo di Portofino.
    
    Fui allevato da una nutrice molisana che da anni era alle dipendenze della mia famiglia.
    
    Mi fu madre amorevolissima ed istitutrice. Passavo le notti a sentire le sue storie. Mi raccontava della sua infanzia felice tra le giovenche e i prati, della sua casa fatta di tufo con i glicini in fiore, mi narrava della ricotta che preparava con sua madre e del forno di casa da cui venivan fuori odorosi pani di grano saraceno.
    
    Era devota e umile.
    
    “Se al mondo ci sono omosessuali è perché dio lo ha voluto. Il mondo è di tutti, così come pure l’amore che non ha sesso. E dio non giudica, dio è amore”. Mi consolava così quando io di tanto in tanto le manifestavo una mia non meglio delineata identità sessuale alle soglie della mia adolescenza.
    
    Ma quando mia madre s’accorse che mi insegnava le cose del mondo, e quando si diede conto che tra me e lei v’era un rapporto speciale, la donna fu licenziata. Non la rividi se non trent’anni più tardi, morente senza nessuno attorno in un letto di ospedale a San Giovanni Rotondo.
    
    Ora non c’è più. Ma credo che di lei avrò un forte ricordo fino ...
    ... al mio ultimo battito. Vive nel mio cuore.
    
    Questo fiore si chiamava Filomena, detta da mia madre "Filomena la Terrona".
    
    Dopo la cacciata di Filomena, alla mia crescita si occuparono diverse donne, sotto l’occhio vigile di mia madre che a poco a poco, come in un disegno invisibile, lasciava che trascorressi molto tempo con mio padre, il quale per me ebbe attenzioni assai sollecite.
    
    Troppo sollecite.
    
    Ma non da subito.
    
    La bestia - come diceva mamma - doveva crescere ancora.
    
    Il risultato fu che la mia pre adolescenza fu caratterizzata da desideri strani.
    
    Odoravo la poltrona su cui mio padre giaceva spesso nei meriggi a curare i conti di famiglia.
    
    Mi piaceva il suo odore e quando una sera ebbi a confessarlo a mia madre con somma vergogna, ella depose sulle ginocchia il libro che stava leggendo, (“Fallathio memorie”, lo ricordo ancora) e mi parlò delle scorregge leggendarie di mio padre.
    
    Sulle prime ridevo alquanto perché mia madre era un’abile ed ironica narratrice. Forse inventava storie un po’ balzane ma assai veritiere per la mia ingenuità. Mi disse che odorare l’aria di mio padre era stata una pratica trasmessa nel tempo di generazione in generazione. E pare portasse fortuna.
    
    Si che alla sera, quando mi spogliavo e mi infilavo nel letto, tastavo qualcosa sotto il cuscino. Accendevo la lampada di fianco al mio letto e dai guanciali sfilavo lentamente e con sorpresa le mutande di mio padre, altamente intrise dei suoi umori tenaci che io annusavo ...
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