Blade: riforgiatura
Data: 03/01/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... poca distanza dalla nostra casa. Con una freccia nella schiena e tutta una serie di ferite varie che mi hanno fatto credere che ogni sforzo sarebbe stato vano. Eppure… eccoti qui. Vivo.-, disse. Parlava inglese, un inglese perfetto. Quasi troppo per un giapponese. -Sono… una persona molto speciale.-, dissi. -Oh, Kukio l’ha notato. Ha visto i tuoi artigli, Gaijin. Sei un mutante.-, ribatté l’uomo. La giovane non parlava. -Mi spiace… io…-, mi bloccai. Come spiegare? -Io sono in missione per l’organizzazione dello S.H.I.E.L.D. C’é un gruppo di Ninja chiamato la Mano. è attivo in questa regione e pianificano di creare un esercito di mutanti come me, o meglio, anche migliori. Vanno fermati.-, dissi. -Già. Sospettavo fosse qualcosa di simile.-, disse il tizio mascherato. Si rivolse alla ragazza con poche, brevi parole. La giovane uscì dalla stanza. Tornò poco dopo con una ciotola di zuppa. I miei sensi acuti mi permisero di sentirne l’odore. Miso e alghe. -Mangia. Sono due giorni che non mangi.-, m’invitò l’uomo. Annuii. -Dozoo.-, disse la giovane. Farfugliai un ringraziamento in giapponese e cercai di raggiungere la ciotola. Nulla. Le braccia semplicemente ricaddero a terra. Con pazienza e sorridendo, la giovane (che tra l’altro dovevo ammettere, era splendida) prese a imboccarmi. La zuppa scottava ma me ne importava poco. Avrei mangiato di tutto, con la fame che sentivo. La ciotola finì in breve tempo. L’uomo disse qualcosa alla ragazza che uscì, tornando poco dopo con un ...
... altra ciotola. Durò esattamente quanto la prima. “Dio, che buona!”. Mi beai in quella sensazione. -Acqua?-, chiese l’uomo. -Sì… per favore.-, dissi. Avevo la lingua leggermente scottata. La giovane mi fece bere. -Grazie… Per tutto.-, dissi. -Di nulla.-, disse l’uomo. La giovane annuì, come a simboleggiare che aveva capito. Uscirono, lasciando detto che accanto al mio letto c’era un campanello che mi avrebbe permesso di chiamarli se fossi stato in difficoltà. Poi sprofondai nel sonno.
Dormii per diverso tempo, ma il giorno dopo già stavo meglio. Riuscii ad alzarmi. Scoprendo di essere nudo. -Ora… le mie robe.-, dissi. Altro problema: non c’erano. Mi avvolsi nella coperta camminando sino alla porta. Doveva essere una casa monofamiliare in stile antico perché la mia camera dava su un corridoio. Poi me la trovai davanti. La ragazza. -No. Resta giù. Malato.-, disse. -Non posso… devo compiere la missione.-, dissi. -Non guarito. Malato. Non buono che ti alzi.-, disse lei. -Devo andare. Non posso aspettare.-, dissi io, intestardendomi. La giovane scosse il bel capo. Feci per oltrepassarla. E due secondi dopo caddi a terra, proiettato all’indietro dalla ragazza. -Kukio sa quello che dice. è cintura nera di Judo. Non ti conviene farla arrabbiare. Se dice che devi restare, tu resti.-, disse l’uomo demone mentre mi riavvolgevo nella coperta. -Ok. Ok. Va bene.-, dissi io, rassegnato, -Ma devo muovermi. La Mano ha i suoi piani e vanno fermati. E le mie cose…-. -Ti verranno ridate. ...