Blade: riforgiatura
Data: 03/01/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... buono. Ma trovo che questa sia la degna punizione per la morte di Kiuko.-, dissi, -Inoltre, almeno così sarai utile a qualcuno, invece che dannoso com’eri.-. Parai un colpo immaginario e risposi a un nemico invisibile. Dal demone giunse solo silenzio. -E sia.-, sospirò Ogun. Sorrisi. Avevo vinto. -Bene.-, dissi. Mi tolsi la maschera con calma e la buttai nello zaino. Restava solo una cosa da fare. Presi il cellulare e chiamai un numero. Suonò libero per un po’ poi la sua voce rispose. -Ciao Zhara.-, dissi. -Era ora! Maledizione, hai un’idea di quanto sono stata in pensiero, porcaputtana?-, chiese inviperita la giovane araba. -Sì. Lo so e mi spiace, ho avuto un paio d’imprevisti.-, dissi. -E uno di questi era una donna vogliosa?-, chiese lei, decisamente non propensa a perdonarmi. Sospirai. -Ascolta, sono mortificato. Se vorrai ci vedremo e ti racconterò tutto quanto.-, dissi. Lei tacque. Un lungo istante di silenzio. Se avesse detto di no avrei accettato. In fin dei conti la mia avventura mi aveva forgiato, anzi, riforgiato. Non era solo questione di fisico. Mi sentivo diverso, come se quel legame col passato che non avevo mai digerito si fosse finalmente raddrizzato. Come se quel debito che avevo sentito sulle mie spalle per tanto ...
... tempo si fosse finalmente alleggerito, almeno un po’. Poi c’erano tutte le abilità che avevo acquisito. Mi sentivo… bene. -Ok.-, disse Zhara. Mi disse di raggiungerla la sera stessa.
Entrare al Sailor Pub fu semplice come al solito. Mi fu detto che Zhara mi aspettava in una delle sue stanze. La trovai al secondo tentativo. Era stata brava ma non abbastanza a mascherare il suo profumo. Entrai. E qualcuno mi buttò un tessuto sugli occhi, privandomi completamente della vista. Feci per toglierlo, abbastanza irritato. -Non toglierlo.-, disse Zhara, -Prima dimmi cos’è successo.-. Raccontai anche a lei tutto, tranne dell’interludio amoroso con Kukio (non ero certo che avrebbe gradito). Silenzio, poi finalmente l’araba parlò. -Toglilo.-, disse. Tolsi il tessuto. Mi trovai davanti un letto matrimoniale con sopra Zhara. Nuda. Rimasi bloccato dall’erotismo di tale visione (tutto salvo il mio pene, che invece si preparò ad adempiere al suo scopo). -Beh, non ti piaccio?-, chiese la giovane. Si sfiorò tra le grandi labbra dopo aver aperto impudicamente le gambe. Mi tolsi i vestiti con rapidità fulminea e la baciai. Mi sentii vivo, più che mai. Più di quanto credevo possibile. Altre sfide sarebbero giunte ma per quella sera potevo festeggiare.