Blade: riforgiatura
Data: 03/01/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... cos’avrei fatto. -Comunque la crisi è finita. La Mano dovrà rinunciare al suo progetto di un Wolverine personale e tu hai fatto un ottimo lavoro.-, disse Lisa. Sorrisi. Ero bravo e, in assenza di Logan, il migliore in quello che facevo. Anche quando quel che facevo non mi era chiarissimo. E improvvisamente ebbi un’idea. Il genere di idea apparentemente folle ma che potrebbe essere geniale. -La maschera.-, dissi. Lisa mi guardò, stupita. -La prendo io. Il resto è tutto vostro, potete tenervi anche i miei soldi ma la maschera, quella è mia.-, dissi. Non avrei accettato un no come risposta. La Huntington lo capì. -Basta che tu non faccia idiozie.-, disse. Sorrisi. Non intendevo farne.
Uscii dall’ospedale il giorno dopo. Presi la maschera di Ogun. -Andiamo Blade, non fare minacce che non puoi mantenere.-, disse, -Non posso essere distrutto e lo sai bene.-. Sorrisi. Ancora non aveva la minima idea di ciò che avevo in mente. -Hai ucciso Wolverine, sei stato bravo. Pensa per un istante a ciò che tu e io potremmo realizzare.-, disse ancora. Non stava implorando, molto dignitoso da parte sua. -Ma ci penso, Ogun. Molto.-, dissi. Era vero. Avevo dei piani per quella maschera. Pensavo anche al fatto che aver ucciso il clone di Wolverine doveva significare qualcosa di più che un mero sfoggio di abilità marziale o almeno lo speravo. Pensavo significasse qualcos’altro, di meglio. Un dono per il mondo e un modo per salvaguardare l’immagine di un uomo che aveva cercato di essere ...
... migliore. E che era morto riuscendoci. -Allora sicuramente capirai cosa intendo! Pensaci, saremmo inarrestabili!-, Ogun ormai parlava a briglia sciolta, cercava disperatamente di allargare una breccia che credeva prossima. Ma si sbagliava. Arrivai a casa, presi alcune cose e uscii. -Vedi, Ogun, ho capito qualcosa della tua maschera. Ti permette di controllare chi non ha volontà, come ad esempio i Ninja della Mano o un clone ancora inebetito. Ma… mi chiedo, come te la caveresti contro di me. E ora non sono in punto di morte. Se io adesso indossassi la maschera… potrei essere io a usare te.-, dissi. E finalmente, la voce del demone tacque. Interessato, offeso, o semplicemente desideroso che io lo facessi, che gli dessi una possibilità di prendersi il mio corpo. Arrivai al piazzale. -Pensi veramente che io mi lascerò usare come l’ultimo degli schiavi?-, chiese caustico Ogun. -Penso che preferirai essere usato da me piuttosto che venire distrutto definitivamente.-. Non attesi la sua risposta. Misi la maschera. Silenzio, vuoto. E poi, improvvisamente, eccola. Quella fluidità di movimento che aveva lui, forse non uguale ma simile, più di quanto pensavo. Sorrisi. Mi centrai come mi aveva insegnato. E prendendo in mano il bokken che avevo preso da casa iniziai a tirare fendenti, ogni colpo concatenato, sorrisi. -Se credi che basti così poco, sei un illuso.-, disse Ogun. Sorrisi senza curarmene. -Ogun, tu sei un guerriero, come me. Non ti sto offrendo un’alleanza, il mio è un ricatto bello e ...