Blade: riforgiatura
Data: 03/01/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... la sua vulva leggermente celata da una peluria non esattamente rada, era eccitatissima. Presi a leccarle le grandi labbra, penetrando appena tra esse. Quando trovai il clitoride, Kukio si sciolse. Letteralmente. -Dentro’ dentro! Ti prego’-, esclamò. La accontentai lentamente, rompendo l’imene con un singolo, rapido colpo di reni. Un Tameshigiri, rapido e relativamente indolore. Presi a dettare il ritmo, prendendo la giovane giapponese per i fianchi e iniziando a entrare e uscire. Kukio gemeva, smozzicando frasi in giapponese il cui significato mi era noto per mera esperienza in tali situazioni. Sorrisi. Quando venni sentii che anche lei godeva. Mi stesi accanto alla giovane per dormire il poco tempo che ancora potevamo. Lei mi grattò la schiena, come disegnando una figura. Sorrisi e la baciai, rimandando ogni preoccupazione al domani. Il mio addestramento era finito. L’indomani avremmo visto se tutto ciò che avevo fatto era servito a qualcosa.
La Mano nasconde molti segreti. Nessuno sa da quando esista, chi sia a capo della loro organizzazione o dove si trovino le loro basi. Almeno, non tutte. Io avevo una mezza idea di fosse una di quelle basi. E come Kukio mi confermò, la base era esattamente dove immaginavo, poco distante dal punto dove la mia squadra era stata attaccata. Ma preferirei che la narrazione procedesse con ordine, dunque…
Dopo il nostro amplesso era passata un’ora appena di sonno. Pochissimo. Ma era pur vero che avevo passato notti ben peggiori… Io e ...
... Kukio facemmo una brevissima colazione e partimmo. Notai che la giovane indossava la maschera di Ogun. -E quella?-, chiesi. Lei mi fissò. Probabilmente stava ancora cercando le parole. -Porta fortuna, ha detto Ogun.-, disse. Io annuì. La fortuna ci sarebbe servita non poco. Soprattutto considerando l’enorme svantaggio numerico tra me e Kukio e l’infinità di Ninja non-morti che ci saremmo trovati ad affrontare. Poco ma sicuro la mente di tutto quanto, il tizio a capo dell’operazione per clonare Logan doveva essere una faccenda a parte. Un essere malvagio e potente, se consideravo tutto quanto. La morte dei miei compagni, della squadra inviata dallo S.H.I.E.L.D. suggeriva cautela ma la verità era che il tempo non era a mio favore. I giorni passati a languire e a riprendermi erano stati sufficienti a permettere alla Mano di raggiungere il suo scopo? Forse. E se così fosse stato, avrei fallito. La Mano avrebbe vinto. Ed avrebbe esteso il suo dominio su tutta l’umanità. Scossi il capo, focalizzando la mia attenzione sul presente. Avrei impedito quell’orrore. O sarei morto provandoci. Nessun’altra opzione mi era data. -Lì.-, disse Kukio. Indicava una fenditura nella roccia. Ci infilammo dentro di essa. -Ok. Ora, se ho ragione dovremmo sbucare dall’altro lato. Spero non in mezzo ai Ninja.-, dissi. La giovane non rispose. Infine arrivammo dall’altra parte, eravamo in piedi su quello che era una sporgenza. Davanti a noi si ergeva un tempio, solitario e maestoso. Una pagoda, isolata dal ...