Blade: riforgiatura
Data: 03/01/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... rimpiangerlo per il poco tempo che ti resterà. Cosa scegli?-, chiesi. Esitazione. Improvvisa. La percepii a un livello primordiale. Sfruttai quell’istante per afferrarle il braccio, allontanare appena il coltello dalla gola e prepararmi a proiettarla. Mi incise la carne del mento col Tanto. Poco male. Avevo ancora il suo braccio in mano’ O così fu finché non mi tirò un pugno al collo. Crack! Le cartilagini rischiarono di cedere. Sputai sangue. Mi girai e sguainai un artiglio. Evitò l’attacco e colpì l’articolazione. Espirai. Evitai una serie di fendenti. Poi la disarmai. Non era uno scontro equo. Lei era bravissima. E io’ Beh, non ero al mio massimo. Lo ammetto tranquillamente. Kukio roteò eseguendo un movimento che pareva tratto dalla capoeira. Ruota su una mano con calcio al mento del sottoscritto. Vestita di una leggera sottoveste, atterrò poco lontano. Prese una spada dal muro. -Ok.-, dissi. Stavolta non mi sarei arreso. -Perché non vuoi capire?-, chiese. -Perché non mi state aiutando a farlo!-, esclamai, -Chi è davvero Ogun? Per chi lavorate? E perché mi state trattenendo qui?-, chiesi. Me ne fregai del fatto che poteva non aver capito qualche domanda. Ma la giovane abbassò la spada. -Lavoriamo per noi stessi e la Mano ci è nemica.-, disse la giovane, -E non ti stiamo trattenendo. Ma addestrando.-, precisò poi. Mi indicò qualcosa con un dito. Una spada. -Battimi e potrai andartene e guadagnerai il mio aiuto. E forse quello di Ogun.-. Annuii. Presi la spada ...
... mettendomi in Chudan-Gamae, guardia standard, la spada volta a formare l’ipotenusa di un triangolo i cui vertici erano i miei occhi, il mio centro e la punta della mia arma. Poi Kukio attaccò. Colpì in Jodan-Gamae un fendente dall’alto verso il basso. Evitai l’attacco rispondendo con una stoccata che lei deviò agilmente. Era brava. E bellissima. Schivai un fendente che avrebbe potuto comodamente sventrarmi. Retrocessi con un tenshin (giravolta) che protessi con un fendente. Tipica mossa dei Kata di spada insegnati in Aikido. Lei e io ci trovavamo nella stessa posizione, Jodan-Gamae, spada sollevata sopra la testa, pronti a colpire. Occhi negli occhi e sguardo perso ad analizzare l’avversario, a cercare ogni debolezza da sfruttare. Ma non ne trovai. Così mi preparai all’attacco finale, quello che mi avrebbe annientato. Avevo puntato tutto e avevo perso. Ero pronto a morire. Il mio solo rimpianto era di morire tanto invano. Ma improvvisamente, Kukio rinfoderò la spada. Io mi limitai ad abbassarla, non senza stupore. Silenzio assoluto. Sentivo il peso della katana come ovattato. Tutto era avvolto da una cortina di stupore, di totale meraviglia per quel momento. -Hai superato la prova.-, disse lei. Io non capivo. Rimasi immobile dov’ero. Poi lei si avvicinò, prese il mio cellulare e me lo diede. Mi sorrise. -Non era per questo che eri qui?-, chiese. Io annuii. Lo presi. -Domani all’alba partiremo. Manca’ un’ora. Forse due.-, disse la giovane. Non sapevo che dire. Neppure volendo. ...