1. Blade: riforgiatura


    Data: 03/01/2020, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... sin da subito. A meno che’ A meno che il piano della Mano non fosse quello di ritardarmi fino ad avere Wolverine pronto. E in tal caso, probabilmente stava funzionando. O almeno, avrebbe funzionato. A meno che io non mi fossi alzato e non avessi deciso di andarmene proprio in quel momento. Il mio cellulare era tutto quello che mi premeva recuperare. Sapevo che era lì, doveva. Se Ogun avesse lavorato per la Mano, una mossa logica sarebbe stata quella di analizzare i miei contatti, farsi un’idea del mio rapporto con lo S.H.I.E.L.D. e cercare punti deboli. Io lo avrei fatto, fossi stato in lui. Ma era anche vero che queste erano solo congetture. Di certo sapevo che la Mano era tosta e disponeva di molti, troppi effettivi. Di certo Ogun e Kukio erano versatissimi nelle arti ninja, forse quasi quanto quelli della Mano. Di certo tutto questo era vero. Ma restavano molte, troppe congetture, troppi dubbi. Agire. L’azione era la sola misura della verità, ne ero convinto. Agire era la mia sola possibilità. Mi alzai senza fare rumore alcuno. Feci scivolare lo shorii, (porta-parete in carta di riso tipica delle case giapponesi) tra gli infissi, senza produrre suono. Ero un fantasma. Sorrisi. ‘E ora, il mio cellulare.’. Mi sforzai di ragionare come avrebbero ragionato Ogun e Kukio. Doveva essere tra i possedimenti dei due. Quindi in una delle loro stanze, al sicuro e sorvegliato. Non sarebbe stato facile riprendermelo. Ma avevo un enorme vantaggio: ero furtivo come un fantasma. ...
    ... Potevo farcela. Decisi di iniziare dalla camera di Kukio. La trovai dopo pochi istanti. Il giro della casa che avevo fatto mi aveva dato modo di memorizzare dove dormisse la giovane. Camminavo a piedi nudi per non fare rumore. Aprii appena la porta-parete della camera della giovane, quanto bastava da permettermi di passare. Entrai. La giovane dormiva supina, bellissima anche nel sonno. Mi sorpresi a pensare che quella bellezza fosse sprecata lì, in quel luogo fuori dal tempo. Poi tornai serio. Dovevo agire e in fretta. Perquisii metodicamente un cassettone in modo tremendamente silenzioso. Niente. Mi sforzai di ragionare. Dove diavolo poteva essere? Mi mossi nel totale silenzio, minimizzando il respiro sino a quasi non inspirare. Ero quasi in apnea. Arrivai a un altro mobile. Quello che pareva un baule. Lo aprì. Cigolò. ‘Cazzo!’. Ma non sentii alcun movimento dalla direzione in cui era la giovane addormentata. Tirai un sospiro di sollievo mentale e ripresi a concentrarmi sul contenuto del baule. Eccolo! Sorrisi. E solo allora sentì un braccio tirarmi indietro la nuca e un coltello appoggiarmisi sulla gola. Evidentemente Kukio non era così assopita come avevo amato credere. -&egrave maleducato guardare nelle cose di una donna.-, disse. Nient’affatto intimorito dal pugnale, risposi con una freddezza atroce. -Ascoltami bene, cocca. Puoi fare due cose. La prima &egrave darmi il mio cellulare e lasciarmi andare. La seconda &egrave tagliarmi la gola, scoprire che &egrave inutile e ...
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