Storia di una sirena 2 - di bocca buona
Data: 22/12/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Syren, Fonte: Annunci69
PREMESSA FULMINEA: Finalmente compare una scena di sesso, alla fine. Il sentiero per raggiungerla è un po' impervio e lungo, ma abbiate pazienza. Buona lettura!
Tra i 13 ed i 14 anni ero una fabbrica di ormoni in piena attività. Fu il periodo in cui assistetti a maggiori cambiamenti fisici: una leggera peluria iniziò a ricoprire il mio viso, senza contare la crescita esponenziale di peli lisci più scuri nelle zone intime, sotto le ascelle e sul petto. Forti febbri mi colpivano saltuariamente e ne uscivo dopo pochi giorni con due centimetri in più guadagnati in altezza. Il nuoto e la danza stavano modellando il mio corpo allungando le mie ossa, tonificando i miei muscoli e rassodando i miei glutei (con una base di partenza già buona, grazie ad una generosa genetica). Scoprii di essere miope e fui costretto ad indossare gli occhiali (un altro dettaglio in più per sentirmi sbeffeggiato dagli altri).
Tutto questo doveva essere alimentato da grandi quantità di energia, aggiungendo delle scorte per il mio temperamento sempre più dinamico e iperattivo. Fossi stato realmente un edificio di produzione, avrei dovuto essere rifornito da batterie termonucleari.
Ma essendo solo un adolescente in fase di sviluppo, potevo accontentarmi del cibo. Titaniche quantità di cibo.
Ero sempre stato un bambino dall’appetito allegro, seguito a ruota dall’intera famiglia che aveva sempre apprezzato la buona cucina; ma all’epoca avevo iniziato a rasentare livelli di fame di una bestia ...
... mostruosa.
Mia madre Maura non era certo conosciuta per essere una famosa cuoca e non aveva mai apprezzato le faccende domestiche in generale. Vogliate per gusto personale, vogliate per ribellione nei confronti dei luoghi comuni sull’angelo del focolare, si accontentava di quelle poche ricette apprese e le propinava a ripetizione continua a tutto il nucleo familiare.
Mio padre Costa era sempre troppo impegnato per occuparsi anche materialmente di sfamare i figli, perciò si limitava a cucinare piatti tradizionali in rarissime occasioni, come fosse un evento da festeggiare, e curare l’orto in cortile fornendo le materie prime.
Mio fratello Ale non era nemmeno da prendere in considerazione e mia sorella Pat si faceva carico dei pasti familiari quando non era impegnata a studiare o mia madre era troppo stanca per occuparsene. E proprio lei si arrabbiava un sacco con me in quanto le porzioni non era mai abbastanza per sfamarmi.
Ma con le nonne era tutto un altro discorso: il cibo non mancava mai, le scorte erano sempre abbondanti per qualsiasi evenienza, la tavola era sempre imbandita di pietanze tipiche della tradizione sarda, piatti speciali e ricette improvvisate con quello che stanziava in frigo. Ed io ero sempre il nipote mangione, benvenuto a saziarsi delle loro prelibatezze.
Da prima che io nascessi i miei genitori vivevano con i miei nonni materni nello storico cascinale di famiglia fuori dal paese. Con l’arrivo di mio padre, della sua inventiva e della sua ...