1. Godere nella vergogna xiv


    Data: 22/12/2019, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... orecchini e guardai Gaston, come a dirgli “come faccio a metterli, sono troppo osceni, non li metterò mai.” La richiesta di Gaston divenne categorica “Mettili!”.
    
    Non riuscii ad obiettare. Tolsi i due orecchini d’oro che mi aveva regalato Rodolfo prima della nostra vacanza Parigina. Presi tra le mani i due orecchini di bassa bigiotteria che mi offriva Gaston, li guardai nuovamente. Con le mani tremanti li infilai con vergogna nei lobi delle mie orecchie.
    
    “Ecco, ora non puoi più nascondere la tua vera natura.” Mi disse con il suo solito sorriso da satiro.
    
    Si allontanò di un paio di passi, prese una sedia e si sedette facendo un cenno al cameriere. Questi smise di fotografarmi e mi fece scendere dal letto, poi, mettendomi le mani sulle spalle, mi fece inginocchiare per terra, sullo scendiletto, si mise alle mie spalle e riprese ad accarezzarmi il collo, i seni, la schiena, mentre Gaston, preso il telefonino iniziò a riprendere la scena.
    
    “Sai – disse mentre mi filmava – penso che potrei fare una clip e metterla su qualche sito porno. Scommetto che l’idea ti piaccia molto e ti ecciti tantissimo. Quando tornerai a casa potresti diventare molto famosa.”
    
    Il cameriere mi abbracciò da dietro tenendo i miei seni nel palmo delle mani, mi mordicchiò il collo e i lobi delle orecchie. Poi, sottovoce mi sussurrò:
    
    “Se non vuoi che Gaston lo faccia veramente, digli che sei la sua puttana.”
    
    Mi strinse ancora più forte il seno con la destra mentre con la sinistra mi spostò ...
    ... il capo facendo in modo che guardassi in viso Gaston.
    
    “Allora – riprese Gaston con aria spazientita – cosa vuoi che faccia di te?”
    
    Non sapevo cosa dire e rimasi un attimo in silenzio guardandolo impaurita. Il cameriere avvicinò ancora la bocca al mio orecchio e mi suggerì la risposta.
    
    “Fammi diventare la tua schiava – dissi con voce tremante ripetendo le parole del cameriere – sono una succhia cazzi … mi piace – rimasi un attimo perplessa, poi ripresi – mi piace farmi inculare, farmi scopare da chiunque tu voglia, fammi diventare una puttana e mandami a battere per strada.”
    
    Queste ultime parole uscirono dalla mia bocca come se fossero una liberazione, come se avessi gettato via un peso che mi premeva sul capo. Chinai la testa e guardai l’infinito al di là del pavimento.
    
    “Se è questo che vuoi – proseguì Gaston – lo farai sicuramente e non solo, ma dovrai anche imparare alcune cose. – Poi, rivolgendosi al cameriere – Prendi un profilattico e fattelo infilare, ma, mi raccomando, deve usare la bocca.”
    
    Spalancai gli occhi incredula guardando il cameriere che si alzò, andò verso il comodino dove prese uno dei profilattici, e me lo porse. Con mano tremante lo tenni tra le dita.
    
    “Ora aprilo – mi disse il cameriere – allargalo con delicatezza e mettilo tra le labbra, mi raccomando, il canale deve essere rivolto verso la bocca.”
    
    Non ne avevo mai maneggiato uno, lo guardai, guardai il cameriere e guardai Gaston, poi cominciai ad aprire la confezione. Che strana ...