1. Godere nella vergogna xiv


    Data: 22/12/2019, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... scendendo poi fino al sesso ormai fradicio.
    
    Lo volevo, fu per me una sensazione strana e intensa. Volevo che mi prendesse, che entrasse dentro di me, mossi gemendo il mio bacino. Ma lui si allontanò e iniziò a scattarmi qualche fotografia in quella posizione e io non potei, ma forse non volli più impedirglielo.
    
    La porta della camera si aprì improvvisamente. Chiusi istintivamente le gambe ma le sue mani me le aprirono nuovamente con decisione. Non eravamo più soli, ma comunque lasciai che facesse ciò che voleva, ormai mi rendevo conto che anche con la presenza di un secondo estraneo la cosa non aveva più importanza. Mi fu istintivo sollevare lo sguardo riconoscendo Gaston che si mise di fronte a me, a lato del letto.
    
    “Ti dovresti vedere come sei, nuda su un letto di un albergo a ore, con calze e reggicalze mentre ti fai accarezzare e fotografare da un cameriere. Tuo marito ti ha fatto andare in giro mostrandoti mezza nuda ma non immagina di certo che tu possa accettare di essere esibita in un modo così vergognoso di fronte ad uno sconosciuto.”
    
    Intanto il cameriere continuava a farmi delle foto anche su osceni primi piani, senza che io opponessi la minima resistenza. Con noncuranza, ma credo più per umiliarmi e farmi maggiormente vergognare per la situazione in cui mi trovavo, Gaston continuò a parlare.
    
    “Ma ci pensi? Una professoressa dai costumi morigerati come te, tanto perfetta e pudica di giorno nella sua città, ora è qui, nuda, davanti a due sconosciuti ...
    ... che si fa accarezzare e fotografare piena di angoscia, ma con altrettanta eccitazione e senza più pudore. Forse ti saresti aspettata qualcosa di diverso e ora ti vergogni, vero? Mi piace osservare la tua vergogna e anche la tua paura, perché sai che ora sei disposta a fare qualsiasi cosa ti ordinassi, e lo faresti senza fiatare. Sai che potrei persino farti diventare una puttana, anzi no, una puttana no perché lo sei già. Magari potrei farti fare qualcosa di più sconveniente, qualcosa che potrebbe farti sembrare il mestiere di puttana come un qualcosa addirittura da educande. Potrei, certo e anzi posso, perché tu vuoi continuare e non vuoi tornare indietro, vero?”
    
    Lo guardavo con il cuore che mi batteva, non sapevo se rispondergli o cosa rispondere, erano parole crude e perverse, ma in sé molto eccitanti. Forse il mio inconscio desiderava che continuasse ed infatti continuò.
    
    “Ormai sei mia e quindi farai tutto ciò che voglio, pronta ad offrire la tua bocca e i tuoi buchetti a chiunque. Ti voglio calda, pronta per essere scopata per il resto della notte e poi quando ti verrà chiesto. Ora il tuo padrone è il cazzo, il mio o quello di chiunque altro, non importa chi, alto, basso, grasso o magro. Non te lo dimenticare, per questo voglio che indossi questi.”
    
    Prese dalla tasca una scatoletta e l’aprì, all’interno c’erano due orecchini pendenti con un ciondolo che rappresentava il sesso maschile in piena erezione, non molto grandi ma impossibili da non notarli. Guardai i due ...
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