Godere nella vergogna xiv
Data: 22/12/2019,
Categorie:
Etero
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
MIA
Nuda e sotto gli occhi di tutti ero diventata una puttana di un postribolo. In fondo alla scala ci raggiunse il cameriere.
“Te l’affido – gli disse Gaston – portala da Adele e organizza il resto della notte come concordato.”
Seguii il cameriere fino al piano superiore quasi con sollievo. Almeno mi portava via da quel bar e mi allontanava da tutti quegli sguardi assatanati.
Mi riportò nella stanza dove la donna che mi aveva truccata ci stava aspettando.
“Non si è comportata male, Gaston mi sembrava soddisfatto – mi schiaffeggiò delicatamente il culo e mi spinse verso la donna, senza mostrare il minimo riguardo – tu sai cosa devi fare. La verrò a prendere tra un quarto d’ora.”
E se ne andò.
La donna si alzò dalla sua poltroncina e mi prese per un braccio.
“Che … che … – dissi cercando di restare ferma – che cosa vuole farmi?”
“Tranquilla – mi disse con un tono pacato – non sentirai nessun dolore, anzi. In ogni caso ti sarà di grande aiuto.”
Così mi portò di nuovo nella sala da bagno dove prima avevo fatto la doccia, mi fece inginocchiare su un piccolo cuscino davanti a uno sgabello e mi chinò il busto in avanti in modo da tenere il mio sedere ben in alto.
La sentii armeggiare con qualcosa che con la coda degli occhi vidi essere una bottiglietta con un gel trasparente, raccolse il gel tra due dita e mi disse di allargare le natiche. Oramai non era più possibile nemmeno protestare, per cui feci quello che mi aveva appena detto.
Sentii le ...
... sue dita e il gel toccare il mio buchetto, lo sentii freddo come se fosse ghiaccio e emisi un leggero mugolio. La donna mi massaggiò il buchetto esternamente e ogni tanto all’interno con una delle sue dita.
Poi si fermò, ma poco dopo sentii un oggetto toccarmi lo sfintere. Capii subito che era il beccuccio di un clistere. Cercai debolmente di oppormi, ma senza riuscire nemmeno a muovermi. Accettai la penetrazione che, per fortuna, non fu dolorosa ricevendo anche un getto di liquido tiepido nel mio interno.
Dopo che tutto fu finito tutto Adele chiamò il cameriere che aspettava fuori della stanza della donna.
Ero ancora un po’ intontita quando mi resi conto che mi stavo avviando verso l’albergo e non verso il bar.
“Dove mi sta portando?” Chiesi con un filo di voce.
Il cameriere non rispose, mi fece solo cenno di non parlare e di seguirlo.
Mi portò al piano terra, in un lungo corridoio dove si affacciavano varie porte e con la chiave, ne aprì una.
Nella stanza un letto enorme e su un comodino una confezione di profilattici.
Mi accompagnò fino al letto dove mi fece sdraiare. Lasciavo che mi facesse quello che voleva, ero inerme e senza più la voglia di reagire.
Non avevo più avere la forza di una reagire pur provando una vergogna enorme.
Mi prese le caviglie e me le divaricò oscenamente, sedendosi accanto a me, passò le sue mani sul mio corpo, sui capezzoli e provai una sensazione di forte brivido percorrermi tutta. Giocò con i miei capezzoli tesi, ...