Linda la nerd – Capitolo 12
Data: 17/12/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Autoerotismo
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... quel momento avrebbe potuto comparire quella rompicoglioni di sua madre e vederla riversa sul tavolo, che gemeva come se stesse soffrendo, né che la mano che le tappava la bocca lo faceva con una forza superiore a quella che aveva usato Mauro mentre distruggeva il suo sesso.
Non durò comunque molto, anche perché poi sarebbe morta soffocata o di infarto. Un orgasmo più simile al dolore le esplose nella figa, la attraversò, devastando ogni sua singola fibra, drenandola di ogni forza, bruciandole i polmoni e stringendole il cuore. Per un istante avrebbe potuto davvero credere di essere morta, perché il suo cervello parve aver dimenticato come si facesse a pensare, perdendo ogni dialogo con i sensi del corpo, scomparendo persino l’immagine di lei sdraiata su un morbido letto, sudata e felice, mentre afferrava il culo muscoloso di Daniele intento a possederla con profonde spinte, una mano a stringerle un grosso seno, le sue labbra che veneravano il suo collo.
Quando si riebbe, si scoprì accasciata ansante sul tavolo, lo stesso bagnato dal sudore che aveva stillato durante quella selvaggia, incredibile scopata. Faticava a estrarre la mano dalle mutandine, aveva i muscoli e i tendini del braccio doloranti, e tutto il suo corpo sembrava fosse stato investito da una macchina dopo che aveva corso per chilometri. Centinaia di chilometri. La sua figa ruggiva il desiderio di un vero cazzo dentro di sé, come se fosse stata preda di una fame incontenibile e solo un pene avesse ...
... potuto soddisfarla. Uno in particolare.
Francesca rimase qualche attimo seduta, la testa leggera, ciondolante, con il timore di cadere. Cazzo, se quello era un orgasmo, quelli che aveva provato fino a quel momento erano stati fastidiosi pruriti. Le venne da piangere, assalita dallo sconforto che non avrebbe più potuto avere Daniele dentro il suo corpo. Il suo cazzo, le sue dita o la sua lingua avrebbero avuto accesso ad ogni suo orifizio.
Sì, si disse, a lui avrebbe donato il suo culo: si sarebbe inginocchiata davanti a lui, avrebbe preso in bocca il suo cazzo, si sarebbe persa nei suoi splendidi occhi mentre la sua sborra calda faceva lo stesso nella sua gola, poi si sarebbe girata, mostrandogli le natiche e lo avrebbe implorato di prendere la verginità che custodiva tra i suoi glutei…
Quando sentì di nuovo quel suono salire dalla sua gola capì che doveva smettere di pensare al ragazzo, o la verginità anale se la sarebbe prese da sola, con due o tre dita, su quel tavolo bagnato del suo sudore, e questa volta le sue grida sarebbero state di un volume ben superiori di quelle di Paco e Guadalupe.
Riprese fiato, cercando di trovare un po’ di lucidità nella sua mente. Guardò l’immagine di Daniele sullo schermo, mandandogli un bacio carico di desiderio, poi, con dolore, chiuse la finestra e richiamò Excel… Aveva fatto davvero bene, la sera prima, a cercare su Facebook una sua foto senza qualche troia a rovinare la perfezione del ragazzo e a renderla disponibile velocemente ...