Linda la nerd – Capitolo 12
Data: 17/12/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Autoerotismo
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... afferrasse…
Francesca si azzannò il labbro inferiore, stringendo le palpebre come se avesse temuto che anche solo una molecola dell’eccitazione che le stava infiammando l’anima potesse sfuggirle. Sentì di essere così arrapata che pensò di aver appena bagnato la sedia. Fanculo se aveva portato a casa la giornata della gara, e praticamente era in mano sua la vittoria di tutta la gara: avrebbe gettato via tutto questo per fare sesso con Daniele anche solo una volta.
Dalla cucina continuavano a giungere le voci degli idioti delle telenovelas in costume di sua madre. Di certo la donna non avrebbe perso un solo secondo del dramma di Pablo e Carmencita e non sarebbe andata a disturbarla. Francesca si trovò una mano che si accarezzava il cavallo dei pantaloncini, simili a quelli che aveva gettato via venerdì dopo essere stata sfondata da Mauro. Le doleva ancora un po’ la passera, ma il peggio ormai era passato.
Possibile che al mondo potessero esistere due uomini tanto differenti? Il cazzo di Daniele era… la quarta parte di quello di Mauro? Eppure, solo quella mano che le accarezzava la guancia, quel sorriso, quei pochi istanti di tenerezza valevano più di qualsiasi cosa quel bastardo ritardato avrebbe potuto fare in tutta la sua vita.
La mano libera corse al mouse, facendo volare la freccetta bianca sullo schermo, causando il rintanamento della finestra del foglio elettronico maledetto nel suo angolino e correndo sul rettangolo nel desktop che mostrava un minuscolo ...
... ritratto. Un istante dopo che il mouse ebbe squittito due volte, la foto del paesaggio dello sfondo venne sostituita da quella di Daniele, su una spiaggia, con indosso solo i pantaloncini. Se il volto era bello e il cazzo non era da buttare via, il resto del corpo era un sogno per la ragazza: non un grammo di grasso in vista e nemmeno peli di troppo, muscoli pieni, pettorali che sembravano l’equivalente di una quinta di seno per un uomo, il ventre diviso a metà da una tartaruga incredibile, un paio di tatuaggi tribali ben definiti che si contorcevano su un polpaccio ed una spalla a rendere tutto ancora più divino.
La ragazza fremette a quella vista, sentendosi prendere fuoco dall’eccitazione. La mano si alzò dal cavallo e si tuffò nei pantaloni, scivolando nelle mutandine. Quanto cazzo era bagnata? La sua figa sembrava un forno, riversava bava come se qualcosa si fosse rotto. Sfiorò per errore la lumachina e una badilata di piacere la colpì alla testa. – Cazzò! – sibilò, il fiato che le mancava, il cuore che sembrava impazzito. Le dita le scivolarono dentro, come se fossero state risucchiare, facendo sgorgare altra bava nelle mutandine. Sì, avrebbe bagnato la sedia.
Iniziò a muoversi nella passera, sforzandosi di trattenere dentro di sé almeno il grido continuo di eccitazione, simile a quello di una cascata di puro piacere che cercava di erompere dal suo petto, e le lacrime di desiderio che sembravano espellere ciò che la sua figa non riusciva a spurgare. Non pensò che in ...