La mia esperienza con una coppia cuckold – Capitolo 49
Data: 07/12/2019,
Categorie:
Cuckold
Dominazione / BDSM
Autore: jojojos, Fonte: RaccontiMilu
Capitolo 49
Quando uscimmo dalla doccia mi resi conto che la schiena mi bruciava, chiesi a Roberta di dare un’occhiata.
– “Tesoro ti ho rovinato, sei tutto graffiato e sanguinante, guarda come ti ho ridotto!”;
– “Non è niente, mi brucia solamente un po’…”;
– “Vieni che ti disinfetto…”.
Mentre mi disinfettava la schiena me la baciava.
– “Scusami, ma quando mi sei venuto dentro mi sembrava di impazzire, ho perso il controllo, mi perdoni?”;
– “E’ stato il momento più bello della mia vita Roberta, non ti devo perdonare ma ringraziare…”.
Ad un certo punto squillò il suo cellulare, era la madre, la sentii discutere animatamente senza però ascoltare cosa si dicessero, erano affari loro e non volevo intromettermi, al termine della conversazione mi raggiunse dicendomi che sarebbe dovuta andare a casa per parlare con i suoi genitori, sarebbe tornata appena terminato il confronto.
Quella sera la passai solo, era da parecchio tempo che non mi capitava, non andai nemmeno al bar, guardai un film addormentandomi in attesa del ritorno di Roberta. Mi svegliai in piena notte, guardai l’orologio, erano le 3,00 ma non era ancora tornata, le mandai un messaggio ma non rispose, andai quindi a letto.
La mattina successiva mi svegliai e notai che non era rientrata, le telefonai ma non rispose, mi chiedevo cosa fosse successo ed andai al lavoro con in collo storto.
Verso le 11 mi arrivò un suo sms:
– “Gianluca ho deciso di andare a Firenze, non posso spiegarti ...
... ora, vengo stasera a prendere la mia roba che ho lasciato da te e ne parliamo…”.
Restai imbambolato rileggendolo più volte, poi le risposi che andava bene.
Il pomeriggio passò lentamente, quando arrivai a casa vidi suo padre in auto che aspettava parcheggiato davanti al mio palazzo, mi guardò con aria di disprezzo mentre gli passavo davanti, contraccambiai in maniera identica. Parcheggiai l’auto nel garage sotterraneo, pioveva quel giorno, quando arrivai davanti all’ascensore vidi Roberta seduta sui gradini delle scale tutta imbronciata.
– “Roberta cosa fai qui?”;
– “Ti aspettavo, saliamo?”;
Salimmo sull’ascensore, restava in silenzio, aveva gli occhi lucidi e teneva le braccia conserte.
– “Ma si può sapere cosa è successo?”.
Si girò con gli occhi grondanti di lacrime e rispose:
– “E’ successo che ho dovuto fare una scelta Gianluca, non rendere le cose più difficili di quello che sono per cortesia…”;
– “Non capisco, cosa stai dicendo?”.
Arrivammo al piano, aprii la porta, entrò prima lei, quando la chiusi mi baciò e piangendo disse:
– “Non dire nulla, ti prego, sappi solo che ti amo ma devo lasciarti…”;
– “Scusa?”;
– “Non voglio ma devo, scusami…”;
– “Non capisco, ho fatto qualcosa di sbagliato?”;
– “No, però sono io che forse sto sbagliando, i miei genitori mi hanno messo davanti ad una scelta; se non voglio perderli devo andare all’Università di Firenze, oppure te ma senza di loro, non posso perderli, lo capisci vero?”;
– “E’ un ...