I primi passi di una golosa - 09 l'amore
Data: 23/11/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Jverne70, Fonte: Annunci69
Rannicchiata sotto le coperte nel buio della mia stanzetta, ogni volta dopo un’avventura bella emozionante, passavo delle ore a pensare. Da giovane donna pensavo alla vita, alla coppia di zii davvero formidabili. Ovviamente erano il mio modello. Mai, mai li vidi arrabbiarsi o discutere. Zia Morena sempre affabile, sorridente. Decisa ed arguta ma sempre con delicatezza. Lo zio Carlo un pezzo di pane, era sempre disponibile. Di poche parole ma sempre vigile quando si trattava di Noi. Mi ricordo solo una volta che si alterò. Capii quella volta che sotto ci stava molto di più di quello che dava a vedere. Solo una volta tirò fuori le palle, come si dice, affrontando un gruppo di africani, superiori in numero ma con un aggressività misurata che mai gli vidi, li fece ammutolire e desistere dai loro propositi. Si trattò di quella volta che ci portò in un parco della città, all’imbrunire, dove aveva organizzato una gang a sorpresa per me e zia. Tutti africani. Ci fecero di tutto e noi ben liete acconsentimmo. Eravamo a loro completa disposizione per ogni porcata avessero desiderato. Ma ad un certo punto ad un paio di loro venne in mente di drogarci.
Che stupidaggine. Eravamo disponibili a qualsiasi cosa. A che sarebbe servito? Ci fu una discussione nel gruppo finché Zio capii la situazione ed intervenne lui. Sembrava diventato enorme, tirò fuori un vocione profondo e li minaccio. I “pavoni” calarono subito la coda e zio ci prese per mano, ci rialzò e ci porto via. Dopodiché ...
... torno lo zio di sempre , dolce e silenzioso. Ecco pensavo, avrei dovuto , prima o poi , trovarmi un uomo simile. Ma non vedevo nessuno nei paraggi che potesse neanche lontanamente assomigliargli.
Comunque di questa cosa ne parlavo spesso con Zia. Mi diceva sempre che al tempo giusto avrei trovato la mia strada.
Una cosa particolare, mi veniva da pensare, era la modalità di gioco che avevamo attuato. Ad esempio della casa con il Glory Hole, oppure della stanza rossa, o del mio “rapimento” non se ne parlava mai. Non chiesi mai di chi fosse quella casa, chi fossero gli altri che ogni tanto comparivano. E loro non mi spiegarono mai nulla. Era un tacito accordo mi pare. Per non rovinare tutto il Gioco mi attenni a quella regola non scritta. Tanto quanto il non chiedere mai a zio o zia dove stessimo andando. Mi sarei rovinata la sorpresa.
Si andava sempre all’avventura. Avvenne così anche quella volta che uscimmo per il gelato e poi al ritorno zio entro nei garage sotterranei di un palazzo, del tutto sconosciuto, e salimmo poi ad un appartamento. Gia la fichetta si inumidiva al pensiero. Entrammo. Percepii la presenza di altre persone. Zia mi prese per un braccio e mi porto in una stanza. Anche qui su una parete spuntavano i famosi fori. All’interno vi era un giovane corpo femminile con le mani legate dietro la schiena e bendata sugli occhi.
Zia mi sussurrò “ é un po ribelle, non ubbidisce.
Pensaci tu, non vuole mangiare la pappa”.
Bene bene , la stonzetta non vuole ...