1. Ritorno al borgo


    Data: 18/11/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: pierpatty6151, Fonte: Annunci69

    ... scende nel Borgo, mentre io e mia madre scendiamo a piedi per la vecchia strada di ciottoli, in compagnia di amici e coetanei. Le chiacchiere si sprecano. Ed io rispondo a monosillabi, sono deluso e giù di morale, ma continuo a scrutare ogni gruppetto nella speranza di intravedere Eleonora, ma per ora nulla.
    
    Attraversato il ponte Romanico, arriviamo al Bar del Borgo. Mio padre è seduto a un tavolino esterno con alcune persone, che imbacuccate da giubbotti e capellini non riconosco.
    
    Una bionda signora si alza, e saluta mia madre, si abbracciano si baciano. La riconosco, il mio cuore inizia a battere velocemente, l’umore mi si alza.
    
    Avvicinatasi, mi abbraccia forte, schiacciando le sue sode tette su di me, le sento bene nonostante i giubbotti. Tenendomi stretto a lei esclama:
    
    - Ben tornato… sei diventato proprio un bel ragazzo.
    
    Io rispondo all’abbraccio, stringendola su di me, e baciandola sulle guance davanti a tutti. Il mio pistolino si sveglia dentro i jeans, e dalla sua allegra risata presuppongo che se ne sia accorta.
    
    Mia madre interviene dicendo allegramente: “Ehi… voi due…che salutone”.
    
    Ci sediamo tutti al tavolino e ordiniamo aperitivi analcolici per noi ragazzi e alcolici per i nostri genitori.
    
    Senza farmi notare riesco a sistemare il mio pisello indolenzite dentro gli stretti jeans.
    
    L’amicizia pluriennale delle due famiglie sviluppa chiacchiere con argomenti a caso, che un po’ mi annoiano.
    
    Avrei voluto essere con Eleonora in un angolino ...
    ... tranquillo per baciarla tutta, invece devo sorridere alle battute dei grandi.
    
    Fortunatamente arrivarono i “è tardi ci aspettano a pranzo”, e i “ci vediamo stasera?”, e ognuno si dirige a verso casa, loro la loro, mentre noi siamo ospiti dalla Nonna.
    
    Guardo il sedere di Eleonora andar via danzando negli stretti fusò. Avrei voluto infilare le mani dentro il suo reggiseno, e accarezzargli i capezzoli, che immagino bei grossi e duri.
    
    Purtroppo me ne dovrò fare una ragione. Rimango lì imbambolato, con il pistolino che s’ingrossa e fa male, negli stretti jeans, e sono anche costretto a nascondere il suo gonfiore con la giacca a vento.
    
    Il mio umore sprofonda nella sconsolazione.
    
    Appena arrivato dalla Nonna, corro in bagno, non ne posso più, devo sfogare un minimo la voglia di far sesso con Eleonora.
    
    Finalmente a metà pomeriggio il pranzo finisce. Le donne aiutano a resettare la cucina. Gli uomini stravaccati sui divani sorseggiano grappa artigianale. Io immerso nella mia annoiata delusione, m’isolo a guardare il mare.
    
    Almeno vorrei provare a incontrarla, a parlargli, ma di che? Sono prigioniero di voglie giovanili, stritolate nella realtà della vita. Forse anche questo vuol dire crescere?
    
    Mio padre, accortosi della mia apatia, mi propone uscire a farmi un giro per il Borgo. Accetto al volo, prendo la giacca e vado.
    
    Fuori mi accoglie il freddo vento di mare, e il rumore delle onde che s’infrangono nella scogliera. Camino lentamente senza meta. Gironzolo per ...
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