In tempi di quarantena conto le pecorine per dormire (la mia prima volta da attivo e il piccolo buddah)
Data: 16/11/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Frivolousb, Fonte: Annunci69
... scattarono in me veramente solo quando lui si spogliò e tirò fuori il suo cazzone elefantesco, mariaaaa che proboscide! Il suo cosone irto era un vero e proprio serpente tentatore, al quale io non seppi resistere. Mi accucciai per poter meglio suonare il suo flauto extra large.
Un suo cenno mi fece capire che anche per me era giunto il tempo di togliermi la maglietta.
Lo succhiavo con enorme desiderio, perché mi attizzava da morire anche se il suo corpo non celava grandi sorprese: classica pancetta cadente, e solite tettine decadenti!
Lui era semplicemente il mio bel principone mai contento, insaziabile. Mi toccava anche, tutto, con foga, come se il farlo fosse stato traumaturgico. Mi sentivo desiderato, coinvolto, mi stavo lasciando andare.
E quel bacio con la lingua? Così eterno, così nostro! Ah, la lingua di quel sexy quarantenne! Quasi quasi la voglio ancora…lui era talmente virile!
Logicamente alla fine mise il suo pene fenomenale nel mio “culicchio”, girandomi, dandomi ordini, pilotandomi. Lamentandosi come solo i veri maschi, “dei di loro stessi” sanno fare. Mi fece un po’ male entrando, questo lo devo confessare.
Ero a pecorina, una pecorina perfetta perché lui mi spingeva in giù le spalle, alla ricerca dell’ angolazione perduta! Mi inculò a sangue! Probabilmente se fossi morto sotto i suoi martellanti colpi lui non se ne sarebbe nemmeno accorto.
Fu lui a decidere tutto, anche quando smettere di incularmi. Io ne fui anche ben contento, perché ...
... a furia di sbatterla contro la parete della cabina, avevo la testa dolorante.
_Ti vengo in bocca o nel “culicchio”?_ la sua originalissima domanda.
Ma alla fine decise ancora lui, optò per la bocca. Io mi prostrai ai suoi piedi come una foca monaca ammaestrata. Poi mi chiese di dedicarmi alle sue virili tette, cosa che feci volentieri, mettendoci tutto il talento di cui ormai ero in possesso. Lui nel mentre si segava alla grande. E ansimava, ansimava come un porco. E io leccavo e leccavo, eccitato dal fatto che ero io e solo io a farlo sentire così.
Alla fine l’eruzione spermatica avvenne. Buona, se non ricordo male.
Venne, si ripulì un po’ alla cazzo. Poi si lagnò di aver sudato, del caldo, insomma di tutto.
Mi buttò lì: _La prossima volta lo rifacciamo, ma non qui.
_ Io domani mattina, cioè fra poche ore, devo prendere il treno per tornare a casa.
_E quindi?
Niente, lo adoravo!
Poi iniziammo a rivistirci. Lui però non trovava più una scarpa. E mentre l’aiutavo a cercarla mi disse:_ Non posso aver perso la scarpa perché sennò divento Cenerentola!
_ E allora vedi di ritrovarla, perché io non te la riporto, mica sono il principe!
_ Eh, no! Tu te la terresti per ricordo.
Passarono i mesi, feci anche la maturità, uscendone più che dignitosamente, ma senza aver la più pallida idea di che fare della mia vita (l’ unica prospettiva all’ orizzonte era un colloquio che dovevo sostenere per un noto supermercato della zona!). In compenso il mio CV ...