1. In tempi di quarantena conto le pecorine per dormire (la mia prima volta da attivo e il piccolo buddah)


    Data: 16/11/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Frivolousb, Fonte: Annunci69

    E così cominciai a recarmi a Milano almeno una volta alla settimana. In genere di giovedì o il weekend. Le mie erano delle vere e proprie evasioni. Evasioni dalla realtà chiusa e provinciale dalla quale venivo, ma anche dalla mia famiglia, dalla mia vita, da me stesso.
    
    Era come se prendendo quei treni per la metropoli lombarda smettessi i panni dello scolaretto modello, di un istituto professionale, qualunque che aspirava a diventare un tecnico di laboratorio senza volerlo veramente. Dimenticavo, inoltre, a casa le mie beghe familiari, quell’ aria da sfigatino con pochissimi amici, e una volta uscito dalla stazione Centrale diventavo davvero me stesso, o meglio quello che volevo essere.
    
    Nel tragitto che portava dalla stazione all'After diventavo sempre più sicuro e non avevo paura di niente, nemmeno della notte che mi avvolgeva. La terza volta che scesi a Milano, non feci in tempo a entrare nel locale che Ale mi notò subito, come mi confessò lui stesso più avanti. Lui stava al bancone con i suoi amici Manuel, Valerio e gli altri ragazzi dello staff, di cui lui però non faceva parte. Io invece non lo notai, andai dritto e filato a sedermi ai divanetti bianchi, per mettermi in “vetrina”. Poi, nell’ arco della serata, lui ballò, casualmente, con me sulle note di “Jump” di Madonna. Ma di fatto ci provò poco dopo "usando” un grazioso giovane ragazzo marocchino, che venne da me scambiando due chiacchiere, per poi dirmi quanto piacessi al suo “amico” Ale.
    
    Come da copione, ...
    ... dopo l'After, Ale mi portò giù nell’ infernale Xclub. Mentre eravamo nell'ormai mio adorato cinemino porno, e lui aveva un braccio attorno alle mie spalle, io gli parlai dell’ Angelo Impuro e lui mi disse che mi avrebbe protetto lui da quello. E fu lì che iniziai a crederci, a credere in lui, forse a un noi. In cabina con me fu molto tenero. Tentò di penetrarmi ma non insistette troppo. Avevo voglia di coccole e lui me le diede.
    
    Mi riaccompagnò la mattina presto in stazione. Mi offrì la colazione. E poi rimase tutto il tempo con me ad aspettare l’arrivo del mio treno. Via messaggio mi tenne compagnia durante tutto il viaggio. Mi disse che sarebbe tornato in quel di Milano il 25 aprile, o il 1 maggio. Mi chiese se avevo la possibilità di ospitarlo su da me, eventualmente. Io ero già così terribilmente preso da lui che immediatamente chiesi a mia sorella, che già da tempo viveva da sola, se avrebbe potuto “prestarci” il suo appartamento. Era una pessima idea, che lei ovviamente bocciò.
    
    Ale mi piaceva perché sembrava dolce, accorto, protettivo. Certo fisicamente non era proprio proprio il mio tipo. Era fuori forma, e con la faccia da bambolotto scemo. Aveva il cazzo storto, che andava in giù, a rubinetto, però quando mi chiamava “la passiva col cazzone” mi faceva morire! Da buon calabrese aveva una bella abbronzatura…sì, alla fine lo amavo già.
    
    Lui era una Guardia Armata di ventotto anni e stava in una caserma di La Spezia. Mi chiamava, praticamente tutti i giorni, la ...
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