1. Eneide Postmoderno – Dell’ultima verità e della fondazione.


    Data: 22/10/2019, Categorie: Erotici Racconti, Poesia Racconti Erotici, Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... di chiedermi se sia possibile…-, non osò parlare della sua speranza.-Andrò loro incontro.-, decretò infine.Avvicinandosi vide che era davvero Layla, ma anche il suo volto portava i segni di grandi fatiche, di terribili eventi e battaglie. L’esercito dietro di lei era ancora numeroso, ma solo una frazione di quello che aveva preso Licanes. Janus si chiese per un istante se ingaggiar battaglia non sarebbe stato meglio. Ma respinse fermamente quel pensiero. Era sotto una bandiera di trega, secondo le leggi di Licanes, quelle che i suoi superiori avrebbero desiderato che lui infrangesse…“Quelle che, se avessi infranto, avremmo potuto continuare a chiamar nostre.”, pensò.-Janus. Invero é passato molto tempo.-, disse Layla. Nessun sorriso, solo stanchezza e un accenno di gioia fugace. Lui annuì, avanzando. Lei porse la mano, lui strinse, salutandola come i Licanei.-Ora non ci sono più Cimanei o Licanei, vero?-, chiese la guerriera, la pelle scura come la pece e gli occhi indagatori. Janus scosse il capo.-No. Ma questo non signifca che le cose saranno facili. Tra la mia gente vi sono alcuni che vorrebbero la vostra morte.-, disse. Layla annuì, serissima.-Anche tra la mia. Per alcuni di noi, siete un residuo di un tempo che fu.-, rispose.-E per te cosa siamo?-, chiese Janus.-Cosa siete voi, o cosa sei?-, domandò lei di rimando.-Entrambi. Sei stata tu, vero? Conducesti i tuoi dentro Licanes sfruttando la mia distrazione ed il nostro amore?-. Il tono di Janus vibrava di rabbia ...
    ... gelida, a stento contenuta. La giovane non fece una mossa per sguainare le spade gemelle che aveva sulla schiena.-No.-, disse, -Fui ingannata. Ancora non ti é chiaro, o Janus di Licanes che ai nostri compatrioti nulla importava più dell’onore o della morale? Ancora non hai compreso che né i Cimenei né i Licanei avevano più diritto a dirsi giusti?-, chiese. Janus sospirò.-Così, siamo stati puniti per la nostra arroganza…-, sussurrò. Era stanco, stanchissimo.-Non solo voi. Dopo la battaglia vi fu grande confusione tra noi. I nostri capi sostenevano che avremmo dovuto darvi la caccia come delle bestie, farla finita, uccidervi sino all’ultima fanciulla gravida. Ma io mi opposi. Dissi chiaro e netto che così facendo non saremmo stati migliori di voi.-, raccontò Layla, -Poi conquistammo le città dell’interno e sempre più di noi divennero predoni o sanguinari signori della guerra. Indegni del loro retaggio.-.-Così poco era valso l’onore che tanto abbiamo millantato…-, lamentò Janus.-Così poco! Invero fui io ad adunare l’armata. Distrussi i signori della guerra, rischiando di perdere tutti i miei uomini e comunque a costo di enormi sacrifici. Non vedevo più il motivo per un simile massacro. Lasciammo una terra arida e insterilita dietro di noi. E fu lì che ebbi la visione. Mi sovvenne la vista di una nuova patria.-, continuò Layla.“Non ci credo… Non può essere…”, pensò l’Esule.-Questa.-, disse Layla, -Vidi che qui avremmo potuto ricostruire ciò che eravamo, ritagliarci la pace che tanto ...
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