1. Eneide Postmoderno – Dell’ultima verità e della fondazione.


    Data: 22/10/2019, Categorie: Erotici Racconti, Poesia Racconti Erotici, Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    L’arrivo sulla terra ferma che Janus definì promessa fu lieto e gli Esuli approntarono alla svelta un accampamento sulla spiaggia, mentre il loro condottiero tentava di capire se realmente fondare lì la loro città sarebbe stato un bene. La spiaggia era sicuramente piacevole alla vista e amena, ma vagamente arida, priva di piante. Il bosco più vicino era a qualche chilometro di distanza.Nonostante tutto ciò, Janus si affrettò a mandare pattuglie a esplorare l’entroterra. Una di queste ritornò con notizie incredibili che riferì immediatamente, senza neppure riposare.-Mio signore, vi é qualcosa che dovresti vedere.-, disse Cthea. Seguendo la giovane e insieme alla sua pattuglia, Janus arrivò in prossimità di un monumento enorme, circondato da diverse abitazioni o edifici distrutti e cumuli di rovine. Archi di pietra consunti dal tempo, devastati dalle raffiche di armi varie, dall’incuria e dalla furia della natura si ergevano ancora fieri.-Eccolo.-, sussurrò il giovane.-Cosa?-, chiese Maghera. Lui sorrise, il sorriso vittorioso di chi ha visto tante peripezie superandole tutte per arrivare infine alla meta.-Il segno che aspettavo. È questa. Mio padre me ne ha parlato in una visione. La città che fu grande e che ora sarà la nostra nuova patria.-, disse lui.Rapidamente tornarono alla spiaggia e iniziarono a spostare il campo verso quel monumento.
    
    Ci vollero ben quattro giorni per stanziarsi là e Janus notò che la zona era quasi deserta, salvo poche comunità stanziali che ...
    ... parevano lontanissime e disinteressate al loro arrivo.Gli Esuli di Licanes presero lentamente a costruire una città dalle rovine, smontando la nave per ricavarne legname e poi case.Infine, dopo due mesi, arrivarono. Per i Licanei parve di veder riaffiorare l’incubo dei tempi andati, e non pochi pensarono a una maledizione, a un crudele scherzo degli déi.Janus invece, pregò come mai aveva fatto che ciò che stava accadendo fosse solo un sogno, o un incubo. Le Amazzoni osservarono quell’armata raffazzonata giungere a distanza dal loro campo.Erano armati in modi diversi, alcuni con armi bianche altri con altre armi più sofisticate, non c’era una divisa o un uniforme che fosse una in quel mucchio selvaggio se non poche unità scelte, uomini e donne, vecchi e giovani, tutti apparentemente pronti a uccidere e ad essere uccisi.-Déi, abbiate misericordia…-, mormorò Asclepia.-Sono…-, iniziò Cradulus, che aveva rapidamente preso le redini di una delle unità di Licanei.-Già-, confermò Janus, -Cimanei.-.L’armata che pareva uscita dai loro più terribili ricordi, si fermò poco distante.E Janus rimase di stucco al vedere ciò che accade dopo, ché l’esercito si aprì e una figura a cavallo di un equino giunse. Anche dopo tutto il tempo passato, Janus la riconobbe.Era Layla.-Janus di Licanes! Chiedo di parlamentare.-, si annunciò secondo le antiche leggi di Licanes.-E se fosse una trappola?-, chiese Maghera. Janus scosse il capo.-Non lo é. Non lo fu durante la guerra…-, disse, -Ma non posso fare a meno ...
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