1. Il viaggio di Valentina e Luca - Terza parte


    Data: 17/10/2019, Autore: xmerlo, Fonte: xHamster

    ... ha un diametro di almeno 7 centimetri ...7 centimetri che non erano un ostacolo per la sua voglia, visto che mentre la mia mano scorreva dalla cappella alle palle lei lo spingeva con forza, voleva qualosa dentro, non importava cosa. Credo che il nostro abbonato rai in prima fila si stesse tirando una sega, ma lei da quel momento doveva essere tutta mia: chiusi le porte senza staccare gli occhi da quella puledra che ormai si masturbava selvaggiamente, e mi avvicinai. Il tempo di abituare gli occhi alla penombra ed ero accanto a lei. Mi prese la mano e me la poggiò sul microfono che ormai era dentro per metà, io ci giocai un po' spostandolo lateralmente, un po' a destra e un po' a sinistra, poi lo tirai fuori tirandolo come un tappo di champagne; la sua fica rimase per un attimo oscenamente larga, per poi rilassarsi e richiudersi su sè stessa. Un pacato lamento mi fece capire la sua delusione, ma non c'era problema: era il momento di un karaoke fatto bene. Assaggiai il microfono poggiandoci sopra le labbra e strofinandolo un po' sulla barba incolta, mi piace avere addosso odore di donna. Poi lo gettai via, pensando a come ci rimarrà Peter Gabriel quando inizierà a cantare su un dildo pieno di umori e incrinato dalla botta. Fanculo a Peter Gabriel, mi avviciani di s**tto e infilai il mio cazzo duro sotto la sua maglietta, incontrando due calde pagnotte, appena umide al centro. Scivolai un po' su e giù, spingendo sul suo torace dal respiro affannoso. Lei mi afferrò il culo con ...
    ... le mani e mi strinse con forza verso di sé, guardando un po' me negli occhi, un po' la mia cappella gonfia spuntarle dal collo della maglietta, non disdegnando qualche rapido colpetto di lingua sincronizzato con il mio movimento.
    
    'Fammi fare una prova microfono' disse quando ne aveva abbastanza del giochetto, e passai dal calore del suo seno al bruciore della sua bocca, avida e avvolgente, deformata dalla larghezza della mia mazza. Guardavo le vene gonfie e bluastre sparire nel profondo di quella tana già occupata da un altro serpente, la sua lingua che saettava lungo l'asta e intorno alla testa, mentre un rivolo di saliva era sceso fra i suoi seni; le accarezzai il viso, poi afferrandole le guance la spinsi con forza verso di me, fino a sentire il suo naso sulla pancia; un mugolio soffocato fu la sola risposta che sentii, sufficiente a farmi arrivare alla testa il poco sangue che ancora circolava fuori dal cazzo. La spinsi via per non venire troppo presto, lei capì il momento e si alzò in piedi, strofinando per un attimo le sue tette bagnate sul mio torace affannato. Si girò senza che dicessi nulla, il suo culetto fresco contrastava la temperatura vulcanica della mia verga; divaricando leggermente le gambe si preparava ad accogliermi, e non la feci aspettare molto: sfregai un paio di volte le sue calde labbra, poi fui dentro. Spinsi bruscamente dentro, fino in fondo, sollevandola quasi da terra e costringendola a stare sulle punte dei piedi. Le sue unghie cominciarono a ...
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