1. La sacristia di don giuseppe


    Data: 14/10/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Elio84, Fonte: Annunci69

    Fin da quando ho memoria, i sabati pomeriggio dopo scuola, erano accompagnati da momenti di allegria con gli amici, si pensava solo a correre in mezzo ai prati, arrampicarsi sugli alberi e giocare a nascondino ecc ecc. Tutto questo però fino alle 17.00 dove, ricordo molto bene, ci si radunava tutti alla piazza del paese, perchè bisognava andare a confessarsi.
    
    Tutto questo non è cambiato nemmeno ora che siamo ragazzi adulti, con la differenza che il sabato pomeriggio, invece di giocare a nascondino, preferiamo correre con le moto o semplicemente trovarsi al bar per 4 chiacchere e due drink. Ma alle 17.00, scoccava l'ora.
    
    Era un sabato pomeriggio di fine novembre, a quest'ora ormai era buio, c'era un vento freddo che proveniva da est, e mi incamminai per andare in piazza. Arrivato in piazza ero tutto infreddolito e la sfortuna volle, che iniziò pure a piovere, ma ormai ero li e mi misi a correre finchè entrai in chiesa, sperando di sbrigarmela velocemente, ma c'era già molta gente prima di me e il parroco del paese non era ancora arrivato.
    
    Ero pieno di freddo, e bagnato come un pulcino, cambiai idea e volli tornare a casa, feci dietro front e per uscire dalla chiesa passai davanti alla sacristia, li sentii una voca tuonante che mi intimò: "Ehi! Dove vai?" Mi girai di scatto ed era lui, don Giuseppe, era appena arrivato e si stava cambiando per le confessioni.
    
    Don Giuseppe era il parroco del paese, un omone alto quasi 1.90 m, senza ne baffi ne barba, con due ...
    ... occhioni neri e profondi, un naso grande, ma sottile e pronunciato, tanti capelli bianchi come il platino, che portava pettinati a lato, formando un onda sulla fronte come quelle del mare e delle labbra fine che gli facevano una bocca spesso seria, ma allo stesso tempo importante e tenera, il mento aveva una graziosa fossetta nel mezzo. Aveva due braccione pelose che uscivano dalle maniche, un petto bello pronunciato che spingeva nella tonaca, accompagnato da un bella pancia soda. Insomma, non vi nego che fin da bambino, ero affascinato dal nostro prete, autoritario, deciso, e quasi militare.
    
    "Buonasera don Giuseppe!" dissi, "mi scusi ma ho preso tanta di quella pioggia e ho molto freddo, non riesco a rimanere in chiesa ad aspettare il mio turno, c'è molta gente ho visto!"
    
    Lui, alzò le sue grosse sopracciglia bianche che sembravano due spazzolini da denti, bianche e folte, e mi disse: "Dai corri qua, vai un attimo di sopra, in bagno è acceso il riscaldamento, ti asciughi un pochino, io confesso tutti gli altri e intanto aspetti il tuo turno. Tranquillo vengo a chiamarti io!"
    
    Così accettai, entrai in sacristia e salì al piano superiore, li c'erano altre 4 stanze.
    
    Due erano in disuso, qualche mobile vecchio ma niente di più, in una stanza invece c'era un crocefisso, un divano pieno di buchi, e due belle librerie, che erano talmente vecchie che sembravano uscite da un film del signore degli anelli. L'ultima stanza c'era il bagno, nel quale entrai.
    
    Era tutto bello caldo, ...
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