M’s story. Capitolo 2. Al centro commerciale
Data: 18/03/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: LaraS, Fonte: RaccontiMilu
... gonna.
“Brava” mi complimentai “il tuo premio te l’ho già dato, sapevo che non mi avresti deluso. Ora sali, da brava. Alzati leggermente la gonna e apri un po’ le gambe, ecco ancora un po'”, dissi, mentre orientavo lo specchietto in modo da vederle la fighetta.
“Ricordati di stare in questa posizione mentre viaggiamo: devi sembrare quasi normale dall’esterno ma io voglio vedere un bello spettacolo.” In breve partimmo, dirigendoci verso il centro commerciale.
In tangenziale mi accinsi a superare un camion ma fui sorpreso dal sentire il suo clacson; mi voltai e vidi il camionista che mi sorrideva alzando il pollice; evidentemente dall’alto si stava godendo un bello spettacolo. “Salutalo dai”, ordinai, ma m fece di no con la testa: era rossa come un peperone, ma non si era mossa. Comprensivo, fui io che le alzai completamente la gonna e la allargai per bene, ottenendo dal camionista un sorriso a 32 denti. M. restava paralizzata, ma non si ribellava.
Completai il sorpasso ma appena mi affiancai ad un altro camion sentii di nuovo il clacson: evidentemente il primo camionista aveva avvisato i suoi colleghi via radio che sulla macchina tale c’era una che la faceva vedere a tutti, così si portarono tutti a 60 all’ora, nella speranza di farsi superare. Cercai di accontentare un po’ tutti ma ben presto giunse la nostra uscita e lasciai la tangenziale, salutato dai clacson bitonali e dagli abbaglianti di tutti.
“Bello eh? Ti sei divertita?” “No padrone, per niente” ...
... “Però vedo che ti si è inumidita di nuovo la micina, come lo spieghi?” “Non lo so, padrone” “Te lo spiego io perché: anche se mentalmente lo rifiuti, sei nata per essere esposta e usata dagli uomini. Ecco perché il tuo corpo reagisce così” Restò zitta e abbassò la testa. “Sai che sei più bella quando ti vergogni?” “Padrone, torniamo a casa, per piacere… farò tutto, ma così, in pubblico, mi sento morire” “M. ricorda: non importa cosa senti, importa che tu accetti di essere inferiore. Ripetimelo, adesso” “Sono una persona inferiore, padrone” “Stiamo arrivando. Adesso toccati, presto, e se sei bagnata ripetimi il perché con parole tue”. Si toccò, e disse: “Sono bagnata perché il mio corpo desidera cose che non riesco ancora ad accettare mentalmente”. “Bravissima. Continua a ripetere a te stessa questi concetti nella mente, non pensare a nient’altro”. Arrivammo e parcheggiammo. “Ora vado a prendere il carrello, tu fammi una bella uscita ma senza esagerare, o ci mettono dentro.” Fermai un ragazzo che sopraggiungeva e gli chiesi il carrello, naturalmente mi misi in modo che lui avesse una bella visuale dell’auto. Lo vidi impallidire e, voltandomi, vidi M. esibirsi in una bella spaccata; si era visto anche l’inizio della fessura e anche il rossore che cresceva fu pregevole.
“Brava” mi complimentai dopo “mi hai anche fatto guadagnare 2 euro, il tipo non ha più capito niente e alla fine non li ha voluti” M. era chiaramente sollevata per i risultati ottenuti e mi si strinse al braccio, ...