1. Danilo e federico - parte i: stasi (7)


    Data: 03/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69

    PREMESSA
    
    Cari lettori, vi ringrazio infinitamente per l'accoglienza che il mio racconto sta ricevendo, nonostante si tratti di una ripubblicazione. Come ho già spiegato, sebbene il racconto presenti una cornice erotica necessaria al contesto, la storia ha soprattutto l'obiettivo di far riflettere sul modo in cui alcuni traumi, alcuni incontri influenzano e modificano la nostra vita. Perciò, sono necessarie anche queste fasi di STASI nello sviluppo della narrazione principale.
    
    Come sempre, buona lettura!
    
    Quando il mattino dopo aprii lentamente gli occhi, la prima cosa che vidi fu l’enorme schiena di Danilo in controluce. Mi dava le spalle e si trovava in piedi vicino alla finestra. Sembrava assorto nei suoi pensieri e decisi di lasciarlo ancora qualche minuto da solo con essi, quando lo vidi chinarsi e raccogliere da terra la sua camicia, abbandonata lì dalla sera prima. Con movimenti calmi e decisi, provò a tenderla, poi iniziò a infilarla. Soppesava ogni azione con la massima cura.
    
    «Buongiorno» biascicai, sbadigliando. Mi stiracchiai, mentre Danilo piegò leggermente la testa in direzione della mia voce, per poi tornare a guardare fisso fuori dalla finestra.
    
    «…giorno» rispose a malapena. Non si abbottonò la camicia e rimase lì impalato.
    
    Non seppi cosa fare: per me si trattava di una situazione nuova, perciò esitai ancora un attimo nel letto.
    
    «Ti… preparo un caffè?» proposi io, tentando di rompere il silenzio. Danilo trasalì, come se lo avessi riportato ...
    ... nel mondo reale con uno strattone.
    
    «No» rispose freddamente, senza aggiungere altro. Si voltò verso di me: la camicia aperta faceva intravedere il petto massiccio e incorniciava perfettamente la sua peluria. Il lembo inferiore celava a malapena il suo arnese a riposo, ma sempre enorme. Era maledettamente sexy: arrossii e il mio cazzo diede segni prorompenti di risveglio.
    
    Danilo si sedette sul bordo del letto, dandomi di nuovo le spalle, e cominciò a infilarsi mutande e pantaloni, senza aggiungere nient’altro. Presi a preoccuparmi: temevo di irritarlo, se avessi insistito con le mie solite domande a raffica, ma non potevo di certo lasciare che la situazione non si sbloccasse. Perciò, tentai un approccio più diretto: sapevo che lo avrebbe apprezzato maggiormente.
    
    «Credo che dovremmo parlare» dissi, infine. Mi sollevai con estrema lentezza, puntellando la mia testa sulla mano, sostenuta dal gomito poggiato sul materasso.
    
    Danilo sospirò e, dopo aver abbottonato i pantaloni, si girò in mia direzione, fissandomi dritto in volto. «Immagino di sì». I suoi occhi cerulei percorrevano le linee del mio corpo, sebbene le lenzuola celassero le mie parti intime. Ebbi l’impressione che l’intensità del suo sguardo volesse penetrare il tessuto e guardare attraverso.
    
    Quando mi sistema seduto contro la spalliera del letto, piegando le gambe e sistemando le braccia attorno ad esse, lo vidi scuotere la testa e tornare a concentrarsi sul mio viso.
    
    Sorrisi lievemente: «Adesso sono io ...
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