1. Mio suocero – 5° Sentirsi strane


    Data: 17/03/2018, Categorie: Erotici Racconti, Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Lesbo Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... disposizione del mio… ehm… padrone… signora!»
    
    Fece una smorfia divertita: «Non sarà mica quell’essere ridicolo di tuo marito, eh?»
    
    «No signora: è… è suo padre, mio suocero…» Sgranò gli occhi, poi rifletté qualche istante e… «Ma il tuo maritino, cosa ne pensa?» chiese, ridacchiando.
    
    «Non ne sa nulla, signora. Invece il dottor Paolo, mio suocero, sa di lei e mi ha detto di dirle che lui ha appena cominciato a sottomettermi e che è contento di come lei mi tratta -Stefania fece un sorrisetto- e che non le pone alcun limite… signora!»
    
    Restò a riflettere per un pochino, accarezzandosi distrattamente le labbra con l’indice, mentre io, con i dorsi delle mani appoggiati sulle cosce (“in posizione”, come mi aveva detto di stare), attendevo, accosciata e nuda dalla vita in giù. «Vediamo di capire… -disse-… prima di tutto levati il plug, voglio vedere quanto è grande» ed io afferrai la base e, spingendo e tirando, feci uscire l’oggetto metallico.
    
    La signora me lo fece tenere in mano, girandolo per farglielo osservare a suo agio e alla fine, dopo aver commentato a bassa voce, forse tra sé, che la dimensione non era poi granché, mi disse di metterlo in bocca per insalivarlo bene e poi reintodurmelo.
    
    Nonostante un sentore amarognolo, lo insalivai per bene e lo ricollocai dove lo avevo tolto. «So che il tuo padrone ha detto che non mi vuole porre limiti, ma vorrei informarlo che ho intenzione di farti epilare completamente e di farti fare… uhm, delle modifiche, diremo ...
    ... così» Rifletté ancora qualche istante, poi cominciò a scrivere su un foglio preso dalla stampante. «Come hai detto che si chiama. Il tuo padrone?»
    
    «E’ il dottor Paolo, signora. Un veterinario, per la precisione»
    
    Lei rise: «Quello che ci vuole per le cagne e le vacche!»
    
    La vidi concentrarsi, battendosi la penna sulle labbra e poi scrivere qualcosa. Alla fine rilesse, contemplò lo scritto, lo mise dentro una busta che sigillò e me la porse.
    
    “Per il Dottor Paolo – SPM” era scritto sulla busta: «Dagliela alla prima occasione» mi ingiunse, prima di mandarmi via.
    
    Tornai alla mia scrivania e lo stato di eccitazione permanente nel quale vivevo mi rendeva difficile concentrarmi sul lavoro, ma strinsi i denti cercai di risolvere la complicata pratica che avevo sulla scrivania e… e quando finii di picchiarmici, guardai l’ora per vedere se era già tempo che facessi pausa pranzo e… accidenti! Erano già le tre emmezzo!
    
    Mi strinsi nelle spalle: in fondo saltare un pasto non poteva certo nuocermi, pensai e decisi che la piccola tavoletta di cioccolato, che avevo trovata in borsa, sarebbe stata sufficiente per arrivare all’ora di cena…
    
    Avevo finito da un po’ di sgranocchiarmi la cioccolata, quando Stefania mi chiamò da lei.
    
    «Nella nuova sede, hanno bisogno di questi fascicoli: glie li porti e poi, visto che ormai è quasi ora, te ne vai direttamente a casa»
    
    Oddio! Non ero ancora stata alla nuova sede e le chiesi -per favore- di spiegarmi il percorso.
    
    Lei, ovviamente, ...