TORINO-CHIERI-TORINO Cap.1 Tania
Data: 20/01/2018,
Categorie:
Racconti 69,
Racconti Erotici,
Lesbo
Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu
... fascia che mi cingeva i lombi abbassandola oltre il sedere, io che avevo passato le mano sotto il suo costume cercai di fargli superare il rilievo del suo culo . . . a questo punto ci sollevammo e ridendo ognuna di noi si sbarazzò dell’unico indumento che ancora ci copriva e fummo nude.
Stranamente subentrò in noi una sorta di timidezza guardando con desiderio non dissimulato una il corpo dell’altra, i seni di Tania benché voluminosi erano compatti, il suo ventre era ornato da una peluria biondo rossiccio non folta in cui il sole filtrando fra i peli fino alla pelle mandava dei riflessi ramati che mi misero la voglia di immergervi il viso.
Lei guardava il vertice del mio monticello dove l’assenza di peli lasciava vedere la sommità della mia passerotta, sguardo che mi indusse a aprire maggiormente le ginocchia in una richiesta che speravo esplicita. Lo sguardo di Tania risalì carezzevole ai miei seni poi fissandomi negli occhi pose entrambe le mani al di sopra di essi e adagio le fece scendere in una lieve carezza sfiorandoli appena con i polpastrelli delle dita ma con l’effetto immediato di far inturgidire i miei capezzoli, così che quando quelle dita si soffermarono su di essi, mi sfuggì un sospiro simile ad un lamento di piacere.
Ho sempre sognato di avere dei seni come quelli che stavo accarezzando, di quelli che possono contenere fra di essi un membro maschile e lasciarlo scorrere fino a ricevere contro il mento il getto caldo del godimento del maschio. Per ...
... la verità qualche volta ho provato a farlo ma con risultati poco entusiasmanti. Tania si allungò con un sorriso invitante e io l’abbracciai premendo i miei seni sopra i seni generosi della mia amica mentre le nostre lingue si accarezzavano inseguendosi nelle bocche.
Finalmente stringevo una donna invece di una ragazzina ossuta, il suo corpo mi ricordava quello di Tilde a parte i seni che in Tania erano morbidi, ma in Tilde i gesti erano più audaci mentre con la bionda dovetti essere io a prendere l’iniziativa, osare, andai sopra di lei e sempre baciandola insinuai una gamba fra le sue, spingendola fino ad accarezzare con la coscia il suo vello.
Lei mi facilitò raccogliendo i piedi contro il sedere, sollevando le ginocchia che spalancò e adagio si volse di fianco sostenendomi mentre mi rovesciava, attenta a non far cadere entrambe dai lettini. Mi spostai all’indietro allungando le gambe in modo da incunearle fra le sue incastrando le nostre cosce le une nelle altre così che i nostri sessi entrassero in contatto.
– L’altra volta non pungevi!| osservò facendo una piccola smorfia.
Mi ricordai che dovevano essere più di quindici giorni che non andavo da Tilde; era lei che mi depilava con cura quasi maniacale prima di fare all’amore, come depilava i ragazzotti che ospitava facendosi chiamare ‘tante’ cioè zia e con i quali faceva sesso.
Personalmente non uso depilarmi se non gli inguini quando devo indossare il costume per andare in piscina o al mare, per il resto ...