RIMINI RIMINI
Data: 30/09/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Etero
Tradimenti
Sesso di Gruppo
Voyeur
Autore: Falu, Fonte: RaccontiMilu
... schiena e cominciò ad urlare:”Godo, si, dai, sono tua, si, si, si!” Sentiva gli affondi di Marco sempre più forti e decisi, un forte ed intenso piacere la invase. Improvvisamente urlò sconvolta dall’orgasmo più forte che mai avesse provato prima, ed improvvisamente senti un calore diffondersi dentro di lei. Marco l’aveva riempita ed Erica percepiva il calore dello sperma dentro la sua fica rossa e gonfia. Un rigolo di piacere fuoriuscì dalla vagina, colando lungo la nuda coscia di Erica. Entrambi rimasero fermi ed ansimanti, come se avessero appena finito una maratona. Poi fu Marco a muoversi per primo, togliendo il suo pene dalla passera di Erica ed osservando il suo lento richiudersi, spalmando delicatamente i suoi umori sulle labbra della figa ancora pulsante. Le ci volle un po’ di tempo per riprendersi. Marco liberò la sua preda ed i due si abbracciarono e si baciarono appassionatamente. Poi fu Erica a prendere la parola. “Ma sei pazzo! E se il padrone del locale ci trova qui dentro, cosa gli diciamo?” “Digli che ti è piaciuto e che lo rifaresti!” Sorrise Marco facendo resistenza alla spinta giocosa di Erica che aggiunse, “Scemo!” “Non ti è piaciuto?” Rispose perplesso Marco. “Si che mi è piaciuto, ma se arriva qualcuno!” “Beh, io non ho invitato nessuno e visto che il locale è mio, credo che tu possa restare tranquilla!” Marco, mentre si rivestivano, raccontò ad Erica che aveva comprato il locale la fine dell’estate precedente, grazie ad una cospicua eredità e che lo ...
... voleva arredare. Lungo la strada che dal faro portava al parcheggio marco afferrò la mano di Erica: “Questa estate perché tu e tuo marito non fate le vacanze qui? Tu sei arredatrice, io ho un locale, diciamo ci sono tutti i presupposti per un buon lavoro, ti pago bene e gli extra sono in omaggio!” Sorrise beffardo. “Tu sei pazzo! Ma come vuoi che io faccia, si, insomma. Come posso.” Erica non sapeva come finire la frase, non voleva tornare, per lei era solo un avventura. Marco la strinse di nuovo tra le braccia, la baciò e disse:”Di di si, pensaci quanto vuoi ma di di si!” Erica non disse nulla e si lasciarono in silenzio. Marco aspettò che Erica partisse con la sua macchina verso la sua pensione in centro, poi si accese una sigaretta, e con il braccio fuori dal finestrino accese il motore della sua auto e si dileguò nell’oscurità della notte. Erica osservò il cellulare, due chiamate perse! ‘Cazzo non l’ho sentito, merda è mio marito!’ pensò tra se e se. “Ciao amore, … si scusami tanto, oggi è stata una giornata difficilissima, il cantiere è tutto sotto sopra, sono tornata in albergo e mi sono buttata sotto la doccia e non ho sentito che mi chiamavi, … si certo che ti amo, come non potrei! Dai ancora domani poi torno a casa! Ti amo!” Il silenzio circondava Erica. La sua macchina percorreva veloce le strade deserti di una città marittima. Al semaforo Erica abbassò il finestrino, inspirò profondamente assaporando l’odore salmastro che dal lungo mare si può ancora percepire. Volse ...