" l'ansia del cuckold "
Data: 28/09/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69
... addormentò.
Sembrava un angioletto con i capelli arruffati sugli occhi, l'amavo alla follia e non volevo altro che la sua felicità.
Dormì forse una mezz'oretta, ma al risveglio, non trovandomi nel letto venne di corsa in cucina, dove stavo preparando da mangiare.
"Amore, che prepari di buono?"
Non risposi, ma guardandola negli occhi, le dissi:
"Siediti, devo parlarti; Roberto vuole fare sesso con te" e le raccontai dettagliatamente quello che ci eravamo detti io e lui quella mattina.
"Io e lui soli nel nostro letto, e voi fuori ad aspettare? e tu cosa gli hai risposto?" chiese rossa in viso, quasi ansimando e fissando un punto indefinito della parete opposta.
"Sei tu che devi decidere; lo sai che voglio solo la tua...." non riuscii a finire la frase, che lei mi buttò le braccia al collo e
"Chiavami qua, ti desidero".
Di peso la presi in braccio e la poggiai sul tavolo. Lei aprì le gambe e la possedetti con un ardore e una passione, frutto di tutti gli eventi accaduti quella mattina.
La mia voglia era troppa, venni in lei quasi subito.
"Ti prego, fammi godere come piace a me" mi apostrofò, spingendo la mia testa verso il suo ventre.
Cominciai a baciare e leccare a partire dall'ombelico e scendendo, poi piano piano sempre più giù. Come puntai la lingua su quel suo bottoncino, già bello duro, ebbe un sobbalzo e, quasi ad offrirmelo, me lo portai alle labbra riuscendo a prenderlo in bocca.
"Mi fai impazzire, continua e lecca pure più ...
... giù."
La vagina colava dei nostri umori e il loro odore raggiunse le mie narici mandandomi in visibilio.
Il sapore acre e salato raggiunse la mia lingua e, in un vortice di contrastanti sensazioni, presi a lappare ed ingoiare.
"Dai... più veloce, lecca e ingoia, sei il mio porcello cornuto, sto venendo!" gridava.
Si lasciò andare sul tavolo con il respiro affannato, gli occhi chiusi e un filo di saliva che le colava al lato della bocca. Restò così mentre io mi alzavo in piedi. Dopo, qualche minuto uscì da quel suo stato di semi catalessi, si riprese e l'aiutai a scendere da quella posizione. Si sedette su una sedia e mi attirò a sé. Prese il mio cazzo ancora barzotto, lo avvicinò alla bocca e leccò le ultime stille del mio nettare.
"Che ne dici se ci laviamo dopo?" proposi e con il suo aiuto apparecchiai la tavola.
"A che pensi?" domandai, mentre mangiavamo.
"Se accettare subito o farlo cuocere ancora un po'. Che mi consigli?" rispose
"Aspetta ancora qualche giorno; poi, se ti va, organizziamo".
Ma quello mio era davvero un consiglio per far cuocere nel suo brodo lo spasimante di mia moglie, oppure era il mio desiderio di spostare il più possibile il loro incontro?
Confesso che un po' di esitazione stava sorgendo in me. Ebbi un attimo a pensare a quello che stavamo combinando da un po’ di tempo a questa parte.
Una botta di gelosia? Temevo il confronto? E, se lei accettasse veramente di far parte del suo"harem"? L'amavo troppo per perderla, ma allo ...