Elucubrazioni sulla sottomissione
Data: 19/09/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Feticismo
Autore: unoduetre, Fonte: xHamster
... spinse la mia testa proprio in mezzo alle sue cosce.
Urtai il pene con il viso.
Era lui stesso a tenermi schiacciata sopra le sue oscenità, ruotava il mio volto facendolo scivolare sul suo sesso già bagnato in punta come se avesse appena eiaculato.
“Succhiamelo adesso, succhiamelo”, e tutto accadde in un momento, in un istante.
Lo sentii farsi largo tra le labbra e tra i denti come un ariete che cercava di sfondare una porta, infine entrò dentro la bocca come a soffocarla.
“Non mordere” mi disse, ma io non l’avrei mai fatto, non so il perché ma non ho mai saputo difendermi da nulla e nessuno.
Quella cosa al mio ragazzo lo avevo fatto pochissime volte, mi faceva schifo e lui lo sapeva.
Odiavo fare sesso, ho sempre odiato fare sesso e forse quello che ha alimentato l’ossessione di mio marito è stato proprio il mio pessimo rapporto con questa cosa.
C’erano volte in cui mi piaceva è vero, ma la sensazione di vergogna e di sporcizia che provavo immediatamente dopo era troppo forte e se potevo evitare la evitavo ogni volta.
In collegio ci avevano inculcato che il sesso era la pratica del demonio e anche se ne ero uscita a tredici anni sembrava essermi rimasto dentro. Il mio fidanzato aspettò sei o sette mesi prima che facessimo l’amore la prima volta.
Il suo amico tutte queste cose non le sapeva, forse a lui aveva raccontato tutta un’altra storia, magari che mi piaceva essere presa con la forza.
Intanto mi premeva la nuca con una mano mentre con ...
... l’altra afferrava la base del suo pene, ogni tanto lo sfilava dalla bocca per colpirmi al volto, poi però lo rimetteva dentro continuando a dirmi di succhiare.
Non so se le lacrime fuoriuscirono dagli occhi per rabbia o per paura, o perché lo spingeva troppo dentro, so soltanto che il trucco iniziò a scendere come se piangessi e che a loro non glie ne fregò assolutamente nulla. Anzi, il suo amico sembrava esserne fiero, pareva sentirsi forte a quarant’anni ad avere una ragazzina di venti, una conquista probabilmente.
Ad un tratto mi lasciò la testa e sentii come una sensazione di leggerezza.
“Toccami adesso. Masturbami un po’”
Mi tirai su e smettendo di lottare lo masturbai. Il suo amico sembrò provare molto più piacere in quel modo che nel precedente. Mi chiese di andare piano, mi diede una cadenza e chiuse gli occhi, dopo poco cercò il mio seno e lo denudò facendolo uscire dalla scollatura del vestito.
Lo toccavo e lui toccava me. Sui capezzoli. Era stranamente delicato.
Mi sono chiesta un milione di volte il perché della mia vita, perché ho sempre accettato, perché ho sempre detto di si. Non credo di saperlo, forse questo è il mio ruolo e forse un altro ruolo non sarei stata capace di interpretarlo, di viverlo. Quando penso a ciò che mi fa fare mio marito mi domando se nel profondo dell’anima un pochino mi piaccia, se in un meandro nascosto dell’anima accatastato sotto mille pensieri e mille sensazioni non ci sia una minuscola parte di me che di questo ne è ...