Elucubrazioni sulla sottomissione
Data: 19/09/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Feticismo
Autore: unoduetre, Fonte: xHamster
Sono passati più di tredici anni da quando la prima volta mi mandò con un suo amico, poi il suo amico diventarono i suoi amici e dopo ancora i suoi colleghi di lavoro. Ora sono uomini e basta, non importa più la loro identità.
È chiaro, mio marito ha una vera e propria malattia. Non ho idea di come si chiami e da cosa sia stata s**turita, so soltanto che è un ossessione e che non avrà mai fine.
Se ne parlassi con le mie amiche mi direbbero di lasciarlo, di andarmene, forse loro lo farebbero, ma io non ho mai avuto nessuno oltre lui e in fin dei conti è un uomo buono, generoso, è gentile.
Al di là di tutto è una persona che mi ama e poi come detto, io non ho nessuno.
La prima volta avevo poco più di venti anni, il suo amico invece quaranta. Eravamo fidanzati all’epoca.
Tornavamo da una cerimonia vicino il lago di Bracciano, era sera ma non era tardi. Percorrevamo la strada interna alla pineta quando con l’auto si addentrò appena interno alla radura.
Il tempo di una sigaretta disse, ma invece iniziarono a parlare di sesso e di voglie. Cominciarono scherzando, facendo battute con doppi sensi e piccole volgarità, poi però diventarono seri ed il suo amico scivolò sul sedile posteriore dove ero seduta io.
Dai che ti costa mi dicevano, “una carezza, un bacio, vedrai che ti piace”.
Ricordo perfettamente quella strana paura che sentivo addosso, la rabbia nel vedere il mio fidanzato che inginocchiato sul sedile anteriore insisteva mentre il suo amico mi ...
... accarezzava e cercava di toccarmi, i brividi, quelle mani mi scivolavano sulle gambe mentre quasi inutilmente cercavo di tenere lontano.
Insisteva quell’uomo, insisteva come se i miei no non si udissero uscire dalla bocca e le mie braccia non provassero a divincolarsi.
Prima del mio ragazzo non avevo mai avuto nessuno, ci eravamo fidanzati che avevo diciassette anni e lui venti. Ripensandoci ricordo che mi diceva sempre di quanto sarebbe stato giusto che facessi altre esperienze, ma non immaginavo che sarebbero state così, non pensavo che sarebbero stati uomini scelti da lui.
Dopo poco il suo amico se lo tirò fuori dai pantaloni.
Io mi bloccai, mi gelai.
“Possibile che ti faccia paura” disse, “non è mica diverso da quello del tuo ragazzo”. e così provò ad avvicinarmelo addosso prendendomi per le mani e strusciandolo sul braccio.
Ricordo ancora quanto fosse caldo, bollente.
“Toccami ” ripeteva mentre il mio sguardo cercava invano conforto negli occhi del mio ragazzo. “Toccamelo dai!”
Avevo paura, avevo paura e provavo rabbia, rancore, fastidio, ma a loro sembrava non interessare affatto. Quell’uomo a quaranta anni ansimava squallido e sudaticcio come se non avesse mai visto una ragazza prima di allora.
Si affannava nel tentare di farsi toccare e nel toccarmi con mani che parevano innumerevoli.
Me le ritrovavo ovunque, le cacciavo dalle gambe e me le ritrovavo sul viso, le allontanavo dal viso e le sentivo sotto la gonna fino a quando mi prese la nuca e ...