1. Il principe rospo


    Data: 17/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    AVVERTENZA: quello che segue è un racconto di fiaba e come tale presenta tutto il repertorio classico della fiaba: streghe, malefici, trasformazioni, animali parlanti e l’ovvio lieto fine. Chi non ama il genere, si astenga pure dal leggerlo: me ne farò una ragione. Dimenticavo: c’è anche una morale, ma quella, ognuno se la cerchi per conto suo.
    
    C’era una volta un Re e una Regina, che dopo qualche anno di matrimonio ebbero un bel bambino a cui misero nome Amadigi. Senonché, aveva solo pochi mesi il piccolo Principe, quando la regina morì.
    
    Sconvolto dal dolore, il Re cadde in una prostrazione tale, che abbandonò il bambino alle fantesche e ai servi di casa, dissipando il tempo e la vita in tornei, battute di caccia e avventure galanti con donne spesso poco raccomandabili.
    
    Ciò nonostante, crescendo, il principe Amadigi divenne un giovane bellissimo, saggio e coraggioso (come è giusto che sia il Principe di una fiaba, del resto), al punto che non solo tutti gli perdonavano con un sorriso quella certa passioncella di giocare al dottore con i valletti, anziché a nascondino con le damigelle, ma molti cominciavano a sperare di averlo al più presto sul trono, se solo il Re si fosse deciso a raggiungere un mondo migliore.
    
    Il quale Re, però, non si decideva affatto a raggiungere un mondo migliore, anzi mostrava di non averne nessuna intenzione, tant’è che all’improvviso, e inaspettatamente, decise di riammogliarsi e sposò una vedova ricca, bella e affascinante, che aveva ...
    ... conosciuto in quei giorni a Montecatini, mentre faceva le acque. Senonché, appena giunse a palazzo e vide il giovane Principe, che aveva da poco compiuto i diciotto anni, la donna se ne innamorò perdutamente: non ci dormiva la notte e non trovava pace di giorno, divorata com’era dalla passione e dalle voglie più empie.
    
    Vedendola di giorno in giorno più spenta e tormentata, nel tentativo di distoglierla dalla sua malinconia, le sue dame le riferivano i pettegolezzi più fioriti della Corte, fra cui le maldicenze che si riferivano alla vita privata del Principe e sui quali quelle vecchie megere si sbellicavano dalle risate, descrivendo il tale paggio sorpreso nudo sul lettino, mentre Amadigi gli auscultava il membro o gli faceva l’esame della prostata con le dita.
    
    Ma nulla valeva, anzi, proprio quelle sordide chiacchiere la infiammavano maggiormente, dandole come una sorta di giustificazione per i suoi insani desideri.
    
    “Io lo guarirò.”, si ripeteva, infatti, in continuazione.
    
    Spiò, dunque, l’occasione propizia e un giorno che riuscì a coglierlo da solo, gli si gettò fra le braccia e con quanto più ardore poté gli confessò il proprio amore.
    
    Il Principe cercò di nicchiare, come aveva fatto altre volte in simili circostanze, ma la Regina non gli diede requie: fra le sue braccia sarebbe tornato ad essere un giovane normale, diceva, e allora… allora si sarebbero sbarazzati di quell’ubriacone del vecchio Re e avrebbero regnato insieme felicemente!
    
    A quelle parole, il ...
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