La Caduta. oltre il confine (2)
Data: 09/09/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... fatto bene ad andarmene.Se invece, consegnare il pungale ad Aristarda Nera non serebbe stato meglio. Almeno la gente dell’Impero avrebbe smesso di soffrire.In fondo, era così sbagliato desiderare la fine di quell’orribile conflitto? Non era forse dovere di ogni uomo mettersi al servizio di altri? Non era forse il mio dovere?Ma Socrax, lui aveva dato la vita per me. E per lui, io non avrei fatto una simile scelta in modo avventato.Fatma mi sorrise. Finimmo di conversare e, dando chiari segni di stanchezza, la giovane si ritirò.Rimasi disteso sui guanciali, respirando piano.Fatma era bella, e, a giudicare da quel che potevo capire, non le ero proprio indifferente. Com’era la legge in ambito di relazioni, presso le genti di Fez? Mi fermai a pensarci.Forse, Fatma avrebbe potuto scegliere anche di venire con me?No. Esclusi subito tale possibilità. Non mi avrebbe mai seguito.Era affezionata a Fez e alla sua quotidianità. Si sarebbe sentita sradicata, e soprattutto, l’avrei esposta a ogni genere di traversie e difficoltà, l’avrei letteralmente messa in pericolo, e tutto per la mia stupida brama. Dei…Mi alzai, arrivando al mio zaino. Vi rovistai, controllai le provviste, trovai il coltello. Eccolo lì. L’arma che fu di Layla, ultima condottiera dei Cimanei, Fondatrice di Roma con Janus, prima Imperatrix con suo marito. Una donna guerriera, un mito, una figura più mitica che storica eppure, indubbiamente esistitia. L’arma lo provava.Il coltello pareva quasi nuovo, solo alcuni solchi ...
... ne intaccavano il filo, ma per il resto era ben tenuto e privo di ruggine o segni dovuti all’incuria e al tempo. Solo pochi graffi e solchi mostravano quanto quell’arma fosse stata usata, tutto il sangue da essa sparso.Lo riposi nella guina e lo nascosi. Lo odiavo.Perché a causa di quell’arma maledetta non ero e non sarei mai stato davvero libero. Lo odiavo ma lo veneravo, come la reliquia che era.Un simbolo. Un simbolo del nostro passato, del retaggio di cui forse, non eravamo più degni.
Durante la notte sentii Ferius e una donna gemere. Il sonno che ebbi fu leggero, mentre li sentivo amoreggiare. Mi concentrai su altro.Inutile seguire il richiamo del desiderio.Dovevo pensare seriamente a dove andare. E dovevo farlo in fretta. Sicuramente la Stirpe, o anche altri, avrebbero presto o tardi ricostruito il mio tragitto sino a Fez.Ogni istante che trascorrevo là, aumentava la possibilità che la città fosse attaccata. E che morissero innocenti. A causa mia.
L’indomani parlammo. Ferius disse che c’erano svariate rotte lungo il deserto. I porti non mancavano, ma la domanda era dove volessi andare. A quell’interrogativo non avevo risposta.Ferius fu paziente: mi illustrò le varie possibilità, mi disse che aveva dei parenti alla lontana in un villaggio che si chiamava Kinshasa.Mi disse che poteva mandarmi là, in attesa di decidere. Più lontano ancora dall’Impero e dal rischio di essere trovati.Anche se mi domandai se effettivamente una simile prudenza fosse dovuta, alla fine ...