1. Gli operai extracomunitari


    Data: 01/09/2019, Categorie: Trans Autore: Chris Rondinelli, Fonte: EroticiRacconti

    ... sporca di gesso, e le mani sporche mi si avvicinò, sussurrandomi un 'Ciao' in un italiano primitivo, classico di chi non conosce la nostra lingua. gli ricambiai il saluto, e gli chiesi gentilmente se poteva aiutarmi, ma il ragazzo ovviamente non capi' al volo ciò che chiedevo. Mi feci dunque capire in un altro modo,con il linguaggio universale del corpo, che di solito non ha bisogno di traduzioni.
    
    Mi voltai mostrandogli le mie belle chiappe nude coperte solo dal filo di licra tra le natiche del perizomino nero che indossavo. Il ragazzo che stupido non era, mosse la sua manona sporca di calce essiccato, poggiandola sulle mie chiappe, mentre io già eccitata, mi strusciavo contro di lui come una gatta in calore. Cercai di trascinarlo dentro casa mia, ma il ragazzo fece resistenza, cercando di spiegarmi come poteva nel suo italiano stentato, che doveva lavorare e non poteva assentarsi, ma se gli lasciavo il numero di cellulare, potevamo magari vederci quando staccava nel pomeriggio inoltrato. Ci scambiammo cosi' i numeri di cellulare, e lasciai che il ragazzo tornasse sulla scala a fare il suo lavoro, io chiusi la porta finestra tirando la tenda, e tornai alle mie faccende di casa, attendendo con il cuore in gola l'orario per poter vedere il mulatto.
    
    Arrivò l'ora di pranzo, ma sinceramente avevo ben poco appetito, accesi la televisione per distrarmi, e mangiai solo un panino veloce seduta sul divano, distratta con il pensiero al grosso cazzo del mulatto che mi attendeva ...
    ... quel pomeriggio. Saranno passati forse cinque minuti da quando mi ero seduta davanti la televisione ad assistere ai soliti telegiornali imbottiti di cretinate e baggianaggine, che udii un lieve bussare ad un vetro, il bussare non si ripetè all'istante, quindi credetti venisse da altre parti. Quando però il bussare piu' deciso si fece risentire, capii che il suono proveniva da una delle mie finestre. Mi alzai di scatto, correndo a verificare da quale finestra venisse il bussare ora continuo.
    
    Con il completo intimo addosso e null'altro, (non mi ero affatto coperta, ne vestita quella mattina) entrai in camera da letto, e vidi una figura che bussava insistentemente alla mia porta finestraal, ovviamente non lo riconobbi subito. Ma avvicinandomi e aprendo le tendine, riconobbi all'istante il ragazzo di qualche ora prima. Quello che attendevo nel pomeriggio, era li sul mio balcone che bussava per attirare la mia attenzione. Gli aprii immediatamente, e lo feci entrare in camera, lasciando la porta finestra spalancata senza richiuderla. Il ragazzo in poche ma chiare parole, mi spiegò che aveva aprofittato della pausa pranzo per farmi visita, e io non volevo fargli perdere nemmeno un minuto, anche se speravo in un incontro piu lungo, invece che una sveltina di pochi istanti.
    
    Ad ogni modo ero piu che eccitata ad averlo li con me. Gli estrassi senza perder tempo il cazzo già bello duro dalla tuta, me lo portai alla bocca e lo imboccai seduta sulla sponda del lettone matrimoniale, ...
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