1. Le due taccheggiatrici – Capitolo 2 – “Targhetta”


    Data: 31/08/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... studiandolo, ma controllava che nessuno si avvicinasse. Quando diede una gomitata nella schiena dell’amica, segnale concordato e usato più volte in passato, Marianna occultò tra le dita un rossetto che poi fece scivolare in una tasca. Lanciò un’occhiata in tralice verso una commessa che stava servendo una cliente, e quando si voltò, un altro cosmetico scomparve tra le pieghe degli abiti della ragazza bionda.
    
    – Proviamo anche lì. – propose Francesca, indicando uno scaffale con degli ombretti.
    
    Marianna annuì, mentre un altro cosmetico scompariva nella tasca.
    
    Si mossero, e dopo aver controllato nuovamente la situazione relativa alle varie commesse e dei clienti, ripresero il loro operato, le tasche di Marianna che si ingrossavano con merci che, in realtà, non avevano un gran valore. Dopotutto, non era il prezzo della merce che rubavano, e che poi spesso regalavano alle loro amiche, quanto l’emozione del rischio del furto e di ciò che conseguiva.
    
    E l’emozione arrivò all’improvviso, quando una mano si posò con fermezza sulla spalla di Francesca, facendola sussultare. Quando si voltò, le apparve di fronte un uomo che indossava una camicia azzurra, una cravatta nera la tagliava a metà e una targhetta dorata all’altezza del taschino destro che riportava la dicitura “Del Marco”. Alla cintura portava un walkie talkie accanto ad un paio di manette.
    
    – Avreste la cortesia di seguirmi all’ufficio di sicurezza, signorine? – domandò con una fermezza che non permetteva ...
    ... rifiuti ma che non si sarebbe potuto comunque definire maleducazione.
    
    A quelle parole anche Marianna si girò, sorpresa nel vedere l’uomo e, poco dietro, una delle commesse sorridere soddisfatta. Di certo, era stata lei a vederle e denunciarle. Anche alcune delle clienti si erano fermate a guardare, incuriosite. Per lo meno, pensò la ragazza con sollievo, non c’era nessuno a vederle che le conoscesse. Francesca rimase sbigottita per qualche istante. – S-sì. – balbettò Francesca. Guardò Marianna, che rispose con un cenno del capo.
    
    Un attimo dopo uscirono dal negozio, sotto lo sguardo indignato e sprezzante della piccola folla che si era formata in quei pochi secondi attorno a loro, scortate dalla guardia giurata, scoprendo che le barriere antitaccheggio erano inattive.
    
    L’ufficio del capo della sicurezza era un locale di due metri per tre senza finestre, illuminato solo da un paio di freddi neon sul soffitto; l’aria sapeva di chiuso e aleggiava odore di sudore e fumo di sigaretta. Marianna era assisa su una scomoda sedia di plastica appoggiata ad una scaffalatura in metallo che conteneva decine di raccoglitori e libri, mentre Francesca, il capo chino come lei, era seduta davanti ad una scrivania dozzinale con la superficie in formica azzurra rigata e costellata da diversi cerchi marroni lasciati da tazze di caffè, con un computer ed un telefono bianco, dietro alla quale un uomo stava osservando infastidito la refurtiva delle due ragazze.
    
    Con due spalle larghe e gli occhi ...
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