Attesa inconsueta
Data: 31/08/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... arrossì, ma nel buio dell’abitacolo non potei sincerarmene, stette in silenzio anche lui visibilmente a disagio e alquanto imbarazzato. Adesso io dovevo rompere lestamente il ghiaccio, in quanto lo avevo messo in seria difficoltà, perché senza criterio e stupidamente erano mesi che recalcitrava, dal momento che non avevo saputo negarmi quella piccola vendetta, allora dovevo rapidamente rimediare:
‘Gustavo, ma tu prendi tutto sempre sul serio? Non giochi mai?’ – gli dissi, accarezzandolo affettuosamente sul viso.
‘E dai, su, sorridi un po’, non stiamo andando al patibolo. Stiamo andando a fare l’amore, no?’.
‘Sei davvero una donna incredibile, mi spiazzi sempre’ – disse lui, con un largo sorriso nel buio prendendomi la mano.
‘Ed è per questo che ti sei fatto pregare facendoti corteggiare tanto, signor insensibile, signor insensibile stronzo? Non lo sai, che non si resiste così a lungo a una donna?’.
‘Sì, tu mi piacevi tantissimo, però m’intimidivi un po’, a dire il vero parecchio’.
‘Senti questo qui. Signor insensibile timido, non stronzo allora. Vediamo se sei ancora esitante, indeciso e timido’.
Dicendo questo m’infilai il suo dito medio in bocca e cominciai a succhiarglielo con cura, mentre strofinavo l’altra mano sul suo cazzo che premeva teso da dentro i pantaloni:
‘Lui però, non mi sembra timido per niente. Molto bene, il resto dopo signor insensibile’ – e per la circostanza risi.
Arrivammo nella sua casa al mare, ci sedemmo quasi ...
... cadendo sul canapè, frattanto lo trattenni, in seguito quando capii che si stava alzando per afferrare da bere cominciai a baciarlo infilandogli per prima la lingua in bocca. Un uomo non se lo aspetta mai, perché vuole sempre essere lui quello che infila per primo. Continuammo a baciarci, lui provò ad abbassarmi la spallina larga del vestito, ma era troppo stretta, allora collocò una mano sotto il vestito, raggiunse il mio ventre, io lo aiutai con un movimento per raggiungere il mio seno. Lì si fermò morbidamente per qualche secondo prendendo il capezzolo tra il dito medio e il dito indice della mano e stringendolo con sapienza. S’indurì subito, giacché mi piaceva sentire la sua mano schiacciata sul seno dal vestito aderente, dopo io mi sollevai sulle ginocchia e mi feci sfilare il vestito.
Adesso ero in piedi davanti a lui seduta sul canapè, lui aveva messo le mani sui miei fianchi e tentennava un poco, a tal punto ancora una volta presi io l’iniziativa. Nella penombra con artificiosa e studiata lentezza mi sfilai gli slip. Apparve per prima la parte superiore del pelo biondo del pube, in seguito feci scivolare ancora un po’ in giù le mutandine: adesso il foltissimo triangolino dorato e lucente era quasi completamente scoperto davanti ai suoi occhi immobili, quasi stregati da quella vista, poi con un gesto deciso le feci cadere per terra e con un ponderato movimento dei piedi me ne liberai completamente. Ero davvero umida, così gli agguantai la testa tra le mani e ...