1. Attesa inconsueta


    Data: 31/08/2019, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Il locale era piuttosto buio, l’atmosfera un po’ logora, per il fatto che non c’era troppa gente in quella pigra e tiepida serata di fine maggio in Sardegna. Gustavo, questo il nome del ragazzo, come di consueto era distratto, come se fosse indifferente, non di cattivo umore, ma alquanto neutrale e manifestamente passivo e rinunciatario per tutto quello che gli succedeva attorno, che novità. Era da qualche mese che effettivamente io ci provavo, sì, me lo stavo lavorando, m’ingegnavo perché volevo portarmelo in conclusione a letto. Lui in realtà mi piaceva, forse proprio per quella reticenza e per quell’aria un po’ disgustata di riserbo dal mondo che avvertiva, tuttavia io possedevo alcune caratteristiche vincenti: ero donna, ero aggraziata e giovane. Perché mai lui non ci stava?
    
    Noi donne, invero, non siamo abituate a essere rifiutate né scartate sia pure con garbo quanto con tatto, anche se talvolta dipende dal carattere, dall’indole e dalla mentalità della femmina in questione. Oddio, non che m’avesse fermamente allontanato né respinto, eppure le mie occhiate, i miei messaggi erano stati chiari, espliciti e indiscutibilmente lineari, perché pure i miei discorsi avuti lui, anche se stavo attenta a lasciarli volutamente su d’un piano ipotetico e teorico, non erano di certo ambigui né menzogneri. O lui era scemo, e non lo era, se no era omosessuale, ma a ben vedere squadrandolo attentamente non lo era per nulla, altrimenti non poteva non aver capito, sennonché in qual ...
    ... baleno mi scintillò un’idea bizzarra: che fosse probabilmente impotente? No, scartai subito quest’ipotesi consolatoria, dato che sapevo che aveva avuto una storia abbastanza lunga e che in questo momento era rimasto da solo. Che avesse angoscia, batticuore e paura proprio delle mie offerte? Un uomo può anche spaventarsi di fronte a una donna che non &egrave da cacciare, da convincere, cazzo ma quante complicazioni, possibile che non sia sensato e ragionevole dichiarare a una persona:
    
    ‘Senti, io avrei voglia di scoparti’.
    
    Questa sera o mai più, che vada altrimenti a quel paese. Carino, sì, mi piaci, va bene, sei un bel pezzo di ragazzo, ma c’&egrave un limite e un confine all’accattonaggio. Io dovevo fare un ultimo tentativo, dovevo eccitarlo per bene con qualsiasi mezzo potessi disporre. Lì accanto c’era quello svitato di Alfredo, un feticista un po’ matto ma buono e simpatico, vestito da cowboy, visto che non si capiva bene. Parlavamo noi tre di svariate scemenze, prevalentemente io e Gustavo lo prendevamo in giro per il suo dichiarato, fanatico, sostenitore, ma innocuo feticismo. Io avevo bevuto un po’, ma la mia volontà era assolutamente sotto controllo, pronta però a condurre l’attacco finale. Quella sera ero bella, provocante e sinuosa, il mio tubino stretto di velluto nero era cortissimo e seduta sul divanetto anch’esso di felpa lasciava scoperte buona parte delle mie cosce ben tornite, che dopo la nodosità delle ginocchia diventavano polpacci affusolati e serici. Io ...
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