1. Linda la nerd – La vendetta di Linda


    Data: 18/08/2019, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... cosa avesse assunto o quale problema l’avesse colta, poi si alzò, prese da una tasca la tessera dell’abbonamento della compagnia di trasporto pubblico, quindi raccolse le due buste bianche con il logo di un supermercato nei pressi.
    
    Come l’anziana guardava Francesca con palese disprezzo, la ragazza osservava il mezzo avvicinarsi con ansia, nemmeno fosse stato guidato dal diavolo, venuto a strapparla dai suoi sogni e dalla felicità. Salire o tornare da quei due pervertiti, si chiese. Mantenere un’autostima e condurre una vita appena passabile, o diventare la loro schiava sessuale e godere come mai aveva potuto immaginare?
    
    La vecchia la fissò con impazienza quando il pullman si fermò, si abbassò di un palmo con un sibilo e la porta automatica si aprì proprio davanti alla ragazza. Lei sentì le monete nella mano, sollevò un piede mettendolo sul predellino che era scivolato fuori da sotto il mezzo per agevolare la salita e con l’altra mano afferrò il corrimano. Poi si sentì stringere il cuore e mancare il fiato, come se, invece di salire una scala, stesse per gettarsi in un burrone. Ora anche il conducente aveva lo sguardo puntato su di lei, e non le fissava le tette, ma la guardava corrucciato, come se questo l’avesse spinta a fare un altro passo, poi un altro ancora ed infine salire sul pullman.
    
    Lei lasciò il corrimano nemmeno si fosse accorta che era un viscido serpente, fece un passo indietro, quasi finendo addosso alla vecchia, e mormorando “no, scusate, no… io…” si ...
    ... voltò e fuggì nella via. La vecchia, alle sue spalle, sbottò qualcosa riguardo al fatto che quando era giovane lei non ci si comportava così villanamente, e probabilmente continuò per un buon paio di minuti lamentandosi della droga, della musica e dei videogiochi che rovinavano i giovani. Francesca, in una situazione differente, le avrebbe riso in faccia, mandandola al diavolo.
    
    Ma Francesca non rispose perché la non sentì, nella sua mente rimbombava come il suono dei tamburi che davano il ritmo ai vogatori sulle galee la parola “presto, presto, presto”. Sentiva il vento sferzarle il viso mentre correva, ripercorrendo la strada che aveva già percorso due volte quella mattina, sia in una direzione, eccitata e decisa, che nell’altra, eccitata e confusa. Non avrebbe potuto dire se, durante la corsa, ai margini della strada, avesse visto una rapina, un elefante in equilibrio su una palla o degli alieni che facevano l’autostop davanti ad un ufo fumante e piantato per metà nel prato di un giardino: le uniche cose che vedeva erano un marciapiede senza fine davanti a lei e la casa del desiderio che doveva raggiungere entro… quanto? Avrebbe fatto ancora in tempo?
    
    Giunse in vista della via laterale in cui sorgeva l’abitazione di Tommaso che ansimava ancora più di quando era impossibilitata a vedere e muoversi e Linda le aveva dato il migliore orgasmo della sua vita, il fegato, o il pancreas, o quel diavolo che c’era lì, che le doleva come mai prima di allora. Afferrò con una mano ...