Grazie Mimmo
Data: 14/08/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Tradimenti
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... o…
Lei si strappò con violenza dalla fiacca presa del marito. Scese dal suo bacino, girandosi sul suo lato del letto. – Sei proprio un cazzo moscio capace solo di leccare la fica. – sbottò, sputando veleno. – Non puoi considerarti un uomo se non hai il coraggio di sfondare il culo di una troia.
– Ma se me l’hai mai nemmeno voluto darmelo! – sbraitò lui, per poi cercare di riprendere il controllo della situazione. – Guarda, Cecilia, non so cosa ti abbia preso, ma spero ti passi presto. – Spense la luce, gettando nel buio la stanza. – Beh, buonanotte.
– Fottiti, merda. – ribatté risentita lei, coprendosi completamente con le coperte.
La mattina successiva, mentre era al lavoro, Cecilia ricevette un nuovo messaggio di Mimmo. “Gentile signora, la aspetto in via Martini al numero 16 questo pomeriggio alle quindici.” recitava, e sotto era presente una nuova foto del mostruoso cazzo, bagnato di quello che la donna istintivamente riconobbe come desiderio femminile. Oltre la cappella, un inguine arrossato, con un ciuffo di pelo biondo sopra la figa, la quale vomitava un torrente di sborra come non ne aveva mai visti.
Incapace di trattenersi, Cecilia corse in bagno, si sedette sulla tazza di un water e si abbassò le mutandine già umide. Appoggiò il telefono sul porta carta igienica, si penetrò con tre dita, strizzando un seno e si masturbò fino a farsi male, stringendo gli occhi e la bocca per non lasciarsi sfuggire nemmeno un gemito di piacere in quel luogo ...
... dannato.
Quando ebbe finito, con la sua ambrosia che colava fino alle piastrelle bianche del pavimento del gabinetto e lo smalto delle tre unghie scolorito, il fiatone ed il cuore che rimbombava al punto tale che credette che lo sentissero anche gli altri, staccò qualche pezzo di carta igienica e si pulì la figa dal liquido che aveva rigettato. Li guardò scomparire nel vortice del cesso, disperata che mai avesse provato tanta attrazione verso suo marito quanto verso un uomo che non aveva mai nemmeno visto in viso ma che conosceva solo attraverso le foto della sua nerchia e degli aneddoti raccontati dalle sue amiche. Quando aveva chiesto loro come fosse, loro avevano riso, dicendo che l’aspetto fisico era indifferente di fronte a quel cazzo incredibile e alla scarica di emozioni che aveva donato loro.
Mancavano più di venti minuti quando Cecilia parcheggiò la sua auto in via Martini, lasciandola dalla parte opposta della strada. La mano tamburellava su una gamba al ritmo sincopato del suo cuore, ritrovandosi in un paio di volte ad allontanarla dall’inguine in fiamme che aveva cominciato ad accarezzare, mentre faceva la posta alla proprietà, sperando di scorgere questo fantomatico Mimmo camminare lungo un marciapiede, svoltare sul vialetto ed entrare nella casa. Ma furono venti minuti gettati via, che avrebbe potuto passare in un gabinetto a sgrillettarsi per scaricare la tensione sessuale che la stava torturando.
Alle tre in punto, invece di trovarsi sotto la sua scrivania in ...