Linda la nerd – Capitolo 1
Data: 12/08/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... con quella che si poteva definire l’equivalente della chiacchiera sui sex toy: – Io sono comunque dell’idea che la cosa migliore che potresti fare è darmi quella meraviglia che hai lì dietro. Adoro stringere quelle due chiappe tra le mani, discostarle e poi leccare quel dolce buco che nascondono, così vicino al bocciolo di rosa che non hai problemi a donarmi.
Lei sorrise, inconsciamente accarezzandosi il sedere, apprezzando l’idea di un anilingus. La risposta al sesso anale, comunque, sarebbe stata sempre la stessa.
Lui, come se stesse tentando il tutto per tutto con la simpatia, aggiunse: – Secondo me, è invidioso della tua fica, e ci resta male quando scopiamo.
Divertita, Tania si abbassò su di lui, lo baciò e, attraverso la coperta del letto, gli accarezzò il cazzo. – Ci vediamo questa sera. – disse. E con un occhiolino, aggiunse: – E magari con una sorpresa.
Lui annuì, poi, quando lei uscì dalla stanza e la sentì aprire l’acqua del rubinetto in bagno, si girò sull’altro fianco e provò a prendere sonno. Riconobbe che una scopata la mattina, dopo il turno di notte in fabbrica, aiutava molto nel prendere sonno.
***
Linda era sempre l’ultima ad uscire da scuola. Non che ne avrebbe sentita la mancanza durante il fine settimana, ma non voleva restare nella calca degli studenti che, eccitati dall’agognata libertà, si riversavano all’esterno dell’edificio nemmeno fossero in fuga dalle fiamme di un incendio. Poi, per qualche motivo, una volta fuori, all’aperto, ...
... la fretta svaniva, e la furia di fuggire dalla scuola era solo un ricordo già nel piazzale della stessa. Un po’ come un fluido che, costretto in un passaggio angusto, aumenti la sua velocità, che poi cali quando lo spazio disponibile è maggiore, pensò la studentessa. “Come l’acqua di un fiume che, libera da sponde profonde e strette, in un lago può distendersi e perdere la sua violenza”, si immaginò.
Ma quando varcò le porte della scuola, più che un lago il piazzale, con tutti quegli studenti fermi, a parlare tra di loro, simili a predatori pronti a saltarle addosso e sbranare il poco di autostima che le rimaneva, le parve una palude lurida e infestata. Lo vedeva come un campo minato, dove avvicinarsi ad un gruppo di studenti piuttosto che un altro poteva costarle un insulto od una presa in giro. Certamente, c’erano anche parecchi ragazzi e ragazze che non le avrebbero fatto nulla, ma di certo non l’avrebbero protetta da nessuno dei bulli e degli imbecilli che si aggiravano tra di loro.
Facendosi il più piccola possibile, incassando la testa tra le spalle, cominciò a muoversi cercando di tenere lo sguardo basso, senza intercettare quello di nessun altro. Forse, con un po’ di fortuna sarebbe riuscita ad andarsene da lì senza subire danni alla sua autostima. Solo ogni tanto un’occhiata veloce, per capire dove fossero i peggiori elementi e creare una strategia con cui sfruttare qualche capannello di studenti per non essere vista.
Con il cuore che batteva nemmeno fosse in ...