Un sera in treno
Data: 19/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
Che lei provasse qualcosa per me non lo sapevo, non avevo mai avuto modo di capirlo. Che io provassi qualcosa per lei, una strana attrazione fisica, questo lo sapevo però, nemmeno ci fantasticavo in quel periodo. Condividendo la stessa passione per il karatè, eravamo spesso insieme seppur seguendo corsi diversi. Notai il suo fisico proprio in palestra.
Maria era una ragazza abbastanza fuori dal comune, molto intelligente, preparata, non affascinate, spesso passava inosservata tra la folla. Per il suo modo di vestire? Sì senza alcun dubbio. Per la sua non curanza? Seppur fosse sempre fresca e profumata di vaniglia, la capigliatura maschile e gli occhiali da sfigata l’affossavano di brutto. Insomma era come se facesse di tutto per non farsi avvicinare eppure, era una ragazza così solare ed eloquente. Parlavamo, parlavamo molto e prendevamo insieme il caffè ogni tanto. Una domenica mattina ci trovammo insieme a correre, io scendevo da casa mia e lei stava per iniziare la corsa verso il ritorno a casa. Proseguimmo qualche chilometro insieme e discutemmo se andare oppure no a Roma, per un torneo. In quel periodo frequentavo una ragazza di cui non importava nulla e decisi di agire d’istinto. Avevamo progettato di fare un piccolo weekend insieme ma lei era sempre indecisa e dubbiosa sul da farsi. Dopo l’ennesimo rifiuto lasciai perdere. Senza pensarci, proposi a Maria di andare insieme, magari un giorno prima del torneo e di cogliere l’occasione per visitare Roma dato che lei ...
... non l’aveva mai vista. Lei senza esitazioni, con mia sorpresa, disse che era d’accordo.
Prendemmo il treno notte, con partenza poco prima di mezzanotte, con l’intento di far colazione a Roma.
Lei era vestita in maniera molto sportiva, tuta nera, sneaker, zainetto sulle spalle, sembrava più sciatta del solito, ma poco mi importava. Adoravo la sua compagnia, parlava sempre, ma mai a sproposito il che mi dava modo di rilassarmi, di non dover condurre io la conversazione, di non dovere far colpo, vantarmi o cavolate simili; con lei tutto era stranamente spontaneo e naturale.
Fino a Salerno restammo in una cabina aperta, nel nostro vagone se ci fosse qualcuno o meno, io non lo sapevo. A Salerno ci controllarono i biglietti e poi le due tappe successive sarebbero state Napoli e Roma. Conoscevo la tratta e volevo riposare, a Salerno chiusi le porte della cabina con la cintura dei jeans nel miglior modo che potessi fare e dopo abbassai le tendine.
- Credimi, ci sono già passato. Ci hanno rubato tutto e nemmeno ce ne siamo accorti, dormivamo strafatti ecco anche l’altra delle motivazioni. Al di là di questo evento, e ti pregherei caldamente di non raccontarlo - le dissi ridendo, - ti ripeto: credimi che è meglio stare chiusi per quella tratta! -
- Addirittura! A me comunque non fa sonno eh! Potrei fare da guardia!- disse lei molto sicura di sé
- Ti ringrazio, sei coraggiosa ma domani mattina sarà una sfacchinata, un poco di riposo non ci farà per niente male -
- Va ...