1. Sborra a colazione - 1


    Data: 08/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    “Non c’è niente di meglio di un buon pompino di prima mattina…”, mugolò sornione Francesco, lisciandosi voluttuosamente l’inguine, dove il duro pisello si allungava fremente sotto le mutande.
    
    “E di una gustosa bevuta di sborra calda…”, gli fece eco Raffaele, leccandosi le labbra e allungando la mano per lisciare pure lui il voluminoso rilievo, che tendeva di traverso il tessuto umido del sudore notturno.
    
    Quel duplice tocco intensificò il turgore dell’organo, che ormai spasimava dalla voglia di essere soddisfatto. I due si sorrisero nella penombra del primo mattino. Non erano amanti: il loro era uno strano rapporto. Raffaele, scostò le coperte. Un’aura tiepida lo accolse, un aroma intenso gli riempì le narici e lui lo respirò, mentre focalizzava lo sguardo sul triangolo biancastro degli slip di Francesco, sulla borsa gonfia dei coglioni, sul profilo lungo e massiccio del cazzo, schiacciato contro la pancia dalla maglina elastica… Avvertì il fluido magnetico, che vi si sprigionava, che lo attirava come una calamita… Il desiderio si fece insostenibile e lui si chinò, con la testa delirante, come sempre, a poggiare le labbra sul rigonfio umido e caldo, incurante dell’afrore non proprio invitante, dopo una notte di sonno. Molti di noi, magari, avrebbero arricciato il naso, si sarebbero ritratti, se non schifati, per lo meno poco propensi a procedere oltre; ma non lui: Raffaele amava il cazzo, forse anche troppo, ne era dipendente. Il cazzo, e questo in particolare, era ...
    ... tutto per lui.
    
    ***
    
    Aveva venticinque anni, Raffaele, e da almeno una decina bazzicava per gli autogrill: gironzolava nel bar, individuava il tipo interessante, lo seguiva alle toilette e ci provava. Non sempre il colpo gli andava a segno, ma diciamo che la maggior parte delle volte la sua poppata la rimediava: del resto a chi non piace farsi succhiare il cazzo da uno sconosciuto di bell’aspetto? Perché, in quanto a bell’aspetto, Raffaele non aveva niente da invidiare a nessuno: non molto alto, ma con un fisico armonioso, un volto dai lineamenti regolari, le labbra piene e gli occhi luminosi. Quando si aveva, poi, la fortuna di provare la sua lingua… ebbè, non era facile dimenticarsela.
    
    Era così che aveva conosciuto Francesco: pioveva quel pomeriggio e lui stazionava nel bar, senza individuare nessuno che valesse la pena. Stava quasi per arrendersi e correre alla macchina per tornare a casa, quando lo aveva visto: Francesco, al banco che mescolava il caffè con aria assorta e lentamente si portava la tazzina alle labbra… Doveva essere entrato in un momento che si era distratto. Appena puntati su di lui, gli occhi non riuscirono più a staccarsene: lo scansionarono dalla testa ai piedi, soffermandosi con particolare interesse nella parte bassa del ventre, che appariva particolarmente accessoriata.
    
    Finito il caffè, lo sconosciuto si era guardato attorno, poi si era diretto verso le toilette. Raffaele lo aveva seguito a distanza di sicurezza, con gli elefanti che gli ...
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