La leggenda dei re magi
Data: 07/08/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... tribuno.”, rispose quello, chinando la testa.
Il tribuno Marco Valerio Minucio si allontanò per tornare ai suoi doveri.
“Seguimi, principe.”, disse allora l’inserviente e si diresse verso la tenda.
L’interno del grande padiglione era diviso da tendaggi in una decina di scompartimenti, ognuno dei quali costituiva un minuscolo alloggio fornito di un lettino da campo e pochi altri accessori destinati alla comodità degli ospiti in quarantena. Akontios condusse Melchior verso quello più vicino alla porta all’ingresso rivolto a nord.
“Qui il sole batte un po’ meno, - gli disse – starai più fresco.”
“Come ti chiami?”
“Akontios, signore.”
“Sei greco?”
“Sì, principe, della Tessaglia.”
Uno schiavo portò il bagaglio del principe.
“Il mio cammello?”, gli chiese Melchior.
“E’ con gli altri animali nel serraglio, signore.”
Lo schiavo si inchinò e uscì.
“Immagino che sarai stanco, - gli disse Akontios - purtroppo non abbiamo acqua sufficiente per un bagno. Posso farti un massaggio, se vuoi.”
“Oh, magari… Ho il culo fracassato e la schiena a pezzi.”
“Spogliati, allora… arrivo subito.”, disse Akontios e uscì dalla tenda.
Quando rientrò, Melchior era già disteso sul lettino a pancia in giù, mentre i suoi abiti erano sparsi sul pavimento. Indossava solo un perizoma di lino, un tempo bianco, adesso fradicio di sudore e alquanto maleodorante.
L’odore graveolente del corpo non lavato da giorni aveva riempito il minuscolo spazio. Reprimendo una ...
... smorfia di disgusto:
“Perdonami, principe, - gli disse Akontios – ma forse è meglio se trovo un po’ d’acqua… sembra che tu ne abbia bisogno.”
Melchior gli rivolse uno sguardo grato: in effetti era dalla partenza da Babilonia che non riusciva a lavarsi.
Akontios ricomparve poco dopo con due schiavi che portavano un largo catino, una brocca piena d’acqua, un’ampolla d’olio e un vasetto di cenere. Appena gli schiavi furono usciti, il giovane greco fece alzare il numida, gli sciolse il perizoma, senza apparentemente degnare di uno sguardo quello che vi si celava sotto, e prese a spalmargli l’olio sulla schiena. La mano che si muoveva leggera sulla sua pelle gli provocò un brivido e un formicolio involontario nel basso ventre. Il cazzo cominciò a riscuotersi dal letargo e Melchior, arrossendo, cercò di nasconderlo con la mano aperta.
Ma Akontios sembrò non accorgersi di niente e continuò la sua opera cospargendogli d’olio prima la schiena, poi le natiche, spingendosi con noncuranza anche nello spacco e poi sulle cosce… era solo professionale nel suo lavoro o c’era anche una nota di piacere?
Quando il giovane passò ad occuparsi del davanti, il cazzo di Melchior era ormai in pieno turgore e non valeva più la pena nasconderlo. Akontios, allora, sorrise:
“Succede, principe…”, mormorò, prendendo a spalmargli l’olio sul bel petto muscoloso.
Melchior era ormai preda di una furibonda erezione, quando Akontios gli agguantò l’uccello con la mano untuosa di olio e prese ...