Noi non siamo nessuno
Data: 24/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
... investigativa.
Beve nuovamente ma, afferro io il calice, verso il prosecco nella sua bocca, ingoia… riempo il calice all’orlo, lo verso nuovamente nella sua bocca. Trabocca, scivola, dalle labbra, dal mento, scende lungo il collo, fino i seni, oltre. Io lecco, bevo dalla sua bocca, assaporo il gusto dolce del prosecco dai seni…
Porgo il calice sulle labbra della mia bambolina, sorride eccitata. Guido il calice lungo il suo corpo, traccio un percorso che va dalle labbra fino al ventre. Prova dei brividi di freddo e piacere. Sono più lento, scendo ancora, il calice è in mezzo le sue gambe… usando il flute sposto il filo del perizoma, lo spingo nella vagina… con un impeto.
- O cazzo! - Urla la bambolina.
Per accompagnare il movimento, mi inginocchio ed aumento il ritmo: sto masturbando lei con un calice in maniera impulsiva. Bastano pochi attimi e lei è tutto un batticuore. Non capisce che sta succedendo, sa solo che sta godendo con tremiti inaspettati e prepotenti. Alza la testa al soffitto, si sorregge con le mani. Ha accolto quel bicchiere per prosecco in silenzio nella sua vagina, giusto un paio di gemiti nonostante la mia impulsività e forza nel masturbarla.
Infine non resiste, deve urlare, contorcersi. Apre la bocca ma, serra la mascella, ogni suoi grido è una supplica a non smettere. Le sue gambe sono aperte e gocciolanti, accuso stanchezza… levo il calice dalla sua vagina inzuppata. La bambolina mi afferra dai capelli mentre mi alzo, mi porta a se ...
... baciandomi avidamente con passione.
Mi levo il maglione, afferro il calice scendo giù, divarico le sue gambe, infilo la testa e le do una bella leccata nel contempo inserisco ancora il flute, riparto con la masturbazione convulsiva. Lei riprende a gemere, questa volta però affonda le sue unghie come può nella mia carne, le mie spalle, mi tira persino i capelli.
Il tono della sua voce si fa vuoto, il respiro viene colto da lunghi brividi, riversa l’orgasmo nel calice. Quando le tolgo il calice, i suoi umori colano dall’interno cosce esattamente come le gocce d’acqua sul vetro della doccia. Mi alzo osservando il flute, mezzo pieno di lei.
La sua mano si avvicina al flute, accompagna la mia di mano verso la sua bocca, vuole berlo. Devio il movimento, poso il flute sul tavolo, prendo dal collo la mia bambolina per qualche istante, finché non vedo deliquio nei suoi occhi. La giro, mi guardo un attimo attorno, dunque la sbatto sul tavolo pancia sotto, lego i suoi polsi con il nastro regalo, mi calo i pantaloni.
Il mio pene non ha bisogno di nessuna sollecitazione: è già enorme e scapocchiato, punto verso il suo fondoschiena dove rovescio del prosecco, lei intanto, spingendo abilmente dilata l’ano favorendo la penetrazione. Entro forte, avverto fastidio ed un pizzico di dolore che mi eccita ancora di più, è la prima volta che le scopo il sedere senza una lubrificazione adeguata.
Il fastidio viene subito sconfitto dall’enorme piacere che mi riversa scopando con foga il sedere ...