Noi non siamo nessuno
Data: 24/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
... consuetudine.
Io e lei ci guardiamo spesso, scambiamo parole con tutti, ci alterniamo, stiamo poco insieme, quel poco però mi infiamma, mi fa prudere il pene. Se posso le tocco il culo con un minimo di classe e savoir faire.
Con una scusa banale lei mi porta su, andiamo dritti in bagno, il disimpegno è unico per tutti, lei chiude la porta senza sincerasi di essere soli. La sbatto su quella stessa porta, la mia mano sinistra afferra il suo collo forte mentre con l’altra sbottono il pantalone, levo il cazzo pulsante di fuori, la lascio dalla presa, lei si abbassa in un attimo, lo prende in bocca, lo lecca iniziando dalle palle, arriva fino alla punta, lo irrora, poi lo succhia con brama ed impegno… pochi secondi di pompino superbo e gradevole. Lei si alza, quasi mi sfugge… io mi alzo i pantaloni a tempo, lei esce ridendo. È il suo modo di ringraziarmi, pero ora. Poco dopo la raggiungo nella sala. Continuiamo ad intrattenerci con i nostri amici. I nostri sguardi sono più intensi, ci cerchiamo, ci nascondiamo apposta per cercaci. Inizio a capire che anche lei vuole andare altrove, a casa. Vuole essere posseduta.
La stanza si fa tetra, due piccole candele, una luce fievole, Veronica scende dalle scale con la torta.
La poggia su quel tavolo, quello all’angolo, adibito per l’occasione. Procediamo a tutto il rituale: torta, regali foto e fotine, sembriamo davvero due fidanzatini innamorati. Io so che tu lo sei, ma io?
Il mio regalo per ultimo, un piccolo diamante che ...
... gli porgo senza convenevoli, mi sento osservato, avverto imbarazzo quando lei mi tratta come un fidanzatino. La mia bambolina è così contenta, il mio disagio non sarà inopportuno proprio alla fine della festa, resisto.
Restiamo soli mentre riponiamo i regali, sistemiamo la sala. Guardo ancora quel tavolo, l’altra bottiglia di prosecco non ancora stappata. Non penso, agisco. Scatto verso le scale, raggiungo la vecchia porta, la varco, vedo Veronica che sgombra i tavoli, le sorrido e basta. Chiudo la vecchia porta dall’interno con il chiavistello. La bambolina non si accorge di nulla fino a quando non scorge il mio sguardo famelico. Lei è vicino a tavolo. Ci sono momenti in cui non parliamo, in quei momenti io so che fare, lei si lascia fare…
Mentre mi avvicino, il meraviglioso abito scivola via da suo corpo con un semplice gesto, si posa ai suoi piedi, si abbassa, lo prende e lo adagia meticolosamente sul tavolo. Devo avere dimenticato che non indossa il reggiseno. Le calze autoreggenti con il fiocco, ed i tacchi… li tiene.
Il palmo delle mie mani su suoi fianchi, la squadro per bene, l’afferro. Ci baciamo…
Avevo osservato il tavolo, il prosecco, il calice flute… la mia perversione quella sera aveva elaborato qualcosa.
Allontano le labbra, la lingua. Prendo la bottiglia di prosecco, i due calici, verso. Porgo un calice a lei, ne beve un goccio, io tutto d’un sorso. Lo ripongo.
- Cosa hai in mente? - mi chiede, con occhi maliziosi quasi socchiusi in maniera ...