Noi non siamo nessuno
Data: 24/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
... casa, sua mamma ci guarda male, abita al piano superiore, lei mi stringe la mano forte, percepisco la sua ansia: lei la cerca, lei vorrebbe abbracciarla, lo so. Non so chi dei due è più orgoglioso o stupido. In fondo lo siamo tutti. Nasconde la tristezza baciandomi.
- Lascia stare bambolina, non ci pensare! - Non so essere più confortevole di così. Annuisce disfatta.
Prima di mettere in moto la macchina le bendo gli occhi.
- Ma cosa? Perché? - Domanda regalandomi un sorriso curioso e sincero.
Mi tocca il membro e si passa la lingua sulle labbra. Lei sembra divertita, forse pensa che sia uno dei nostri giochi perversi, ma io, non dubito della sua intelligenza, sono sicuro che sa cosa succede.
Ho organizzato tutto nel pub di una delle sue amiche, la dolce e porca Veronica. Un vecchio edificio suddiviso in due sale situale al piano terra ed una più riservata nel seminterrato. Una sala non molto capiente, massimo una ventina di persone ma, sufficientemente grande per noi, siamo pochi. Lei sue amiche, i miei amici, una dozzina di persone, forse più. Non è una grande festa.
L’aiuto a scendere dalla macchina, riesce a camminare senza problemi, una mano all’ingresso, un paio di gradini. Parliamo e scherziamo mentre intorno a noi si prodiga il silenzio. Ci addentriamo nel locale, andiamo oltre le due sale.
Quello dei tacchi non è un rumore bensì un suono. Se la donna o la ragazza che li indossa li sa suonare, il suono diventa una melodia peccaminosa. Lei in ...
... questo è un artista.
Per me le luci del locale sono soffuse, per lei l’oscurità. Cammina suadente, elegante, bendata tra i tavoli. Nel silenzio, il suono dei suoi tacchi lunghi e neri ha un che di eccitante. La guido, apro una vecchia porta di legno, risalente ai primi del 900, ci separa dal piano interrato. Al solo cigolio e all’odore di estremante antico del legno, suppongo che lei abbia capito dove si trovi, per quanto bendata non è difficile intuire cosa accade.
Scendiamo i gradini l’aiuto a scenderli con attenzione, anch’essi di legno, scricchiolanti sotto i nostri passi lenti, tengo la sua mano, lei stringe forte la mia. Il silenzio ci avvolge.
Lei non può vedere ma io si: vedo le facce di stucco degli invitati, soprattutto i maschi.Lei è mia, deliberatamente mia, bellissima ed elegante. L’attimo prima scese le scale come una sexy sfilata. Non l’ho fa apposta, per lei è naturale. Mi accorgo che è davvero bella, me ne accorgo dopo tanto tempo, come se la vedessi attraverso una luce diversa. La mia voglia di possederla aumenta all’improvviso.
Sciolgo il nodo della benda. Urla, applausi, baci e abbracci… auguri di qua e di la. Perché improvvisamente non mi importa nulla di quello che ho organizzato? Tutto diventa una lunga noia.
Lascio la mia bambolina alle sue amiche, io parlo con i miei, sorseggio una birra, guardo strano il tavolo dove sono situati i pochi regali, i bicchieri, qualche bottiglia di alcol. Il tavolo dove metteremo la torta, dove faremo foto di ...