Il ricatto - parte 1 di 3
Data: 10/03/2018,
Categorie:
Scambio di Coppia
Autore: alebardi, Fonte: Annunci69
IL RICATTO – prima parte (1/3)
(ALESSANDRO BARDI)
Per arrivare al momento in cui salimmo in auto diretti al club privè scelto dalla Benny, mia moglie, dovemmo attraversare quattro giorni fatti di dubbi, paure e ripensamenti continui, ma alla fine decidemmo: “Andiamo!”
Quella sera, prima di uscire, passammo almeno due ore a prepararci. Provammo e riprovammo un sacco di vestiti, e sembrava che di tutto quello che avevamo in casa, nulla potesse essere adatto alle situazioni alle quali stavamo andando incontro.
Finimmo con lo scegliere il classico. Ci saremmo presentati al mondo delle perversioni in modo elegante, probabilmente convinti che questo ci avrebbe consentito di affrontare con più sicurezza le paure che ci stavano attanagliando, o che, quanto meno, stavano attanagliando me.
Dopo lunghe incertezze, scelsi un abito grigio chiaro al quale abbinai una camicia bianca che lasciai discretamente aperta sul petto, e fu con questi abiti addosso che passai i secondi di attesa più intensi dei miei trentacinque anni di vita.
Quando vidi la Benny attraversare la porta della sala e venirmi incontro, mi alzai d’istinto, come per rendere omaggio a tanta bellezza.
Il ghiaccio azzurro degli occhi di mia moglie avanzava verso di me lasciandosi accompagnare da un corpo minuto e perfetto, incorniciato in un abito a tubino nero che la fasciava appena sul seno e che scendeva fino a poco sopra il ginocchio, terminando in un piccolo spacco che permetteva di intuire la ...
... sensualità della coscia sinistra.
Le sue spalle non mi erano mai sembrate così attraenti, e feci una fatica pazzesca per resistere all’istinto di leccargliele, soffermandomi particolarmente sul tatuaggio che le marchiava la scapola destra. Rappresentava un pegaso che volava in mezzo a un arcobaleno; un simbolo di fantasia e di libertà, mi aveva detto la prima volta che l’avevo visto.
E quando i miei occhi scesero sui suoi piedi, non vollero più tornare indietro, catturati dai sandali che aveva indossato, completamente aperti, con tacco a spillo, e che ora si stavano avvicinando a me un passo dopo l’altro.
Erano neri come l’abito. Un colore che esaltava al massimo la luce che emanavano i suoi capelli corti e biondissimi. Le caviglie erano legate da un cinturino di pelle nera, con il quale immaginai di poterla imbrigliare tutta, mentre a sinistra aveva indossato una cavigliera d’argento che rendeva i suoi piedi, se possibile, ancora più sensuali.
Aveva tinto le unghie, anche quelle delle mani, di un rosso tanto intenso che mi parve di sentire la temperatura aumentare improvvisamente.
Quando riuscii a rialzare gli occhi e a guardarla di nuovo nella sua interezza mi parve fosse passato un secolo, e solo allora mi accorsi che aveva messo un paio di orecchini molto raffinati. Dai suoi lobi pendevano due strisce sottili e verticali, impreziosite da piccoli diamanti. Erano il regalo che le avevo fatto per il compleanno dell’anno precedente, e mi ritagliai un momento per ...