1. UNA SCOLARA SPECIALE – L’ADDIO – 8


    Data: 15/07/2019, Categorie: Etero Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu

    ... velocemente entrai, non c’era nessuno ad accogliermi. Mi diressi subito nella zona privata dove anche lì non c’era anima viva e come arrivai alla soglia della camera di Luana, mi bastò uno sguardo per vedere ordinata sul letto la mia tenuta da lavoro.
    
    “Ma guarda!”Pensai.“Vuole proprio che mi vesta ancora da puttana, ma per un’ultima volta posso anche farlo e a dir la verità mi diverte anche.”Posai il pacco col regalo per Luana e cominciai a spogliarmi. In un attimo riposi in ordine sulla sedia la mia roba, rimanendo nuda. Presi il corpetto e cominciai ad abbottonarlo tirando i laccetti per adattarlo e conformarlo alle mie curve. Mi guardai allo specchio e la donna che vidi mi piaceva. Mi venne istintivo stringermi ed accarezzarmi le tette. Ormai era palese anche a me che mi sarebbe dispiaciuto rinunciare a tutto quello e, man mano che procedevo nella vestizione, l’affanno aumentava. Mettermi le calze col loro fruscio suadente, quei miei gesti ormai sicuri ed esperti e quella piacevole sensazione di contenzione che mi dava indossarle, aumentavano la mia voglia di qualcosa che cercavo di ricacciare indietro, ma che ormai sapevo essere padrona di me.L’affanno vitale che mi pervadeva al pensiero che avrei colto quel frutto proibito ancora a me ignoto e nebuloso e la sensazione che mi trasmetteva quel turbamento interiore, con la certezza che avrei vissuto quel giorno da protagonista, mi infuse quell’eccitante oppressione allo stomaco che finì per smaniarmi in mezzo alle ...
    ... gambe dove già avvertivo l’umidore che già effondeva quell’odore muschiato e selvatico, come di mughetto. Era così che mi diceva Francesco e il suo effetto si ripercuoteva sui miei capezzoli che ora erano gonfi e turgidi tanto da farmi male. Non avevo mai gradito l’odore della mia fica, ma ora mi esaltava. Erano i momenti come quello che mi facevano render conto che non potevo fare più a meno del sesso. Il cazzo mi piaceva e mi attirava come una potente calamita. Mi passai due dita a stuzzicarmi quella ferita umida e bagnaticcia che intravvedevo riflessa nello specchio. Era al centro delle mie labbra gonfie e segrete, rossa e brillante come un esotico fiore di ibisco e insopportabilmente golosa, mi portai le dita alla bocca. Appagava anche il mio gusto. Allacciai le calze alle clips e indossai per quell’ultima volta le mie scarpe vermiglie e mi guardai ancora. Mi piacevo, ma soprattutto mi sconvolse constatare che era Maona che ammiravo allo specchio. Mancava ancora un’ultima cosa: sul letto era rimasto solo il plug dorato col suo bel rubino. Luana mi aveva lasciato anche il tubetto di crema sul letto. Lo afferrai e mi parve più grande di quanto ricordassi. Lo misi in bocca bagnandolo e lo cosparsi con la pomata. Abbassandomi, quasi a sedermi sul pavimento, lo infilai con qualche timore, ma scivolò, risucchiato dentro, senza alcun problema. Gli specchi rimandavano la mia figura da tutte le angolazioni. Fu proprio mentre mimavo un’improvvisata passerella, guardandomi ...
«1234...11»