Io e Martino (parte prima)
Data: 11/07/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Gay / Bisex
Autore: Amputesex, Fonte: RaccontiMilu
... di Anna, poi Martino si mise dietro di me, infilò bruscamente il beccuccio del tubetto dentro il mio ano e lo spremette riempiendo di crema fredda l’ultima parte del mio intestino, in seguito passò al lubrificare il mio perineo e si pulì le mani sulla sua asta in modo da ungerla con ciò che rimaneva.
Venne infine il momento in cui sentii il suo gigantesco, caldo e umido glande appoggiarsi al mio orifizio anale, lo sentii premere dolcemente e nel frattempo lui si distese col corpo sopra di me.
Cominciò a baciarmi sul collo e sulle guance mentre mi diceva quanto gli piacevo e quanto fino a quel momento avesse desiderato avermi per se, a quel punto io mi sentii lusingato dalle sue attenzioni e mi voltai indietro porgendogli le labbra per farmi baciare.
“Devo dirti una cosa”. Quelle parole uscirono dalla mia bocca senza che me ne rendessi conto e avrei subito voluto potermele rimangiare, ma ormai era tardi e non potevo più tornare indietro.
“Dimmi” mi disse lui con tono gentile.
“Anch’io ho pensato molto a te, e la cosa strana e che mentre tu pensavi di sodomizzarmi io pensavo di essere sodomizzato da te”.
“E perché non me l’hai mai detto?” Chiese lui.
“Era solo una fantasia di quelle che non vorresti mai che si avverino, e invece adesso sono qua, sotto di te, praticamente fottuto e ho paura, ma ho più paura che tu abbia di colpo compassione per me e ci ripensi, quindi fai quello che devi fare!” gli dissi.
“Se vuoi possiamo cambiare atteggiamento e ...
... andarci piano, magari questa sera limitarci a giocare un po’ senza arrivare al dunque e quando sarai pronto…”
“No!” risposi, “voglio che tu mi prenda adesso, ho paura ma voglio che tu lo faccia”.
“Capisco” disse lui, e subito dopo sentii il suo pene che fino ad ora era sempre stato appoggiato delicatamente al mio buchetto, iniziare a spingere con forza al fine di farsi strada fra la mia carne.
“Adesso dovrò farti un po’ male, mi spiace” mi disse mentre mi accarezzava la testa e mi baciava sul collo, poi diede un colpo secco di reni e sentii la sua asta farsi strada dentro di me dilatando il mio sfintere.
Trattenni il respiro perché tanto fu il dolore che non ebbi nemmeno la forza di urlare, rimasi li a bocca aperta senza emettere nessun suono, lui se ne rese conto e si fermò per lasciarmi il tempo di adattarmi alla presenza del su membro ingombrante dentro di me.
“Mi dispiace farti questo, bellezza, ma fa parte dei nostri ruoli, lo capisci?”
Non risposi così lui mi afferrò il mento costringendomi a voltarmi indietro per guardarlo in faccia, al che mi chiese di nuovo: “lo capisci che devo farlo, vero? Lo capisci che ti devo domare?”.
“Si” dissi con un filo di voce.
“Brava!” mi disse rivolgendosi a me al femminile, poi cominciò a muoversi in maniera ritmata dentro di me infliggendomi, di tanto in tanto, un colpo più forte così da fare entrare più in profondità la sua asta che sembrava non finire mai.
Ormai era completamente dentro e si muoveva su e giù per ...