1. Suite


    Data: 10/07/2019, Categorie: Trans Autore: Romanziere, Fonte: Annunci69

    ... voi?” - chiesi ancora.
    
    Lei si voltò, mi guardò, mi sorrise. Non rispose subito.
    
    Intanto io sedevo lentamente sul bordo del letto, ancora stanco. Ludmilla si avvicinò a me con lo stesso passo, anzi con maggiore pathos in quell’incedere erotico e sensuale. Le guardavo i fianchi snelli e già me ne inebriavo.
    
    “Credo che siamo in linea con le sue aspettative.” mi disse dolcemente.
    
    “Quali sarebbero le mie aspettative?”
    
    “Beh, me lo dica Lei.”
    
    Nel dirmelo si avvicinò ulteriormente a me. Prima che potessi rendermene conto aveva già divaricato le gambe inserendo le mie ginocchia tra le sue. Il suo inguine era così vicino al mio volto, e così quel rigonfiamento nel tanga. Lo avevo già notato. Averlo così vicino mi provocava un fremito che faticavo a contenere. Sollevavo lo sguardo per cercare gli occhi altrui.
    
    Mi inebriavo intanto dell’odore della sua pelle. Non avrei saputo stingere ogni essenza di quella fragranza. Nel complesso mi appariva dolce, ma con delle punte più forti, più acri. E mi sembrava una metafora del carattere di Ludmilla: dolce e, all’occorrenza, decisa.
    
    Le mie mani corsero a supporto della cintura, che slacciarono, liberando il pacco in procinto di esplodere dal tessuto ormai divenuto troppo stretto.
    
    Ludmilla teneva gli occhi bassi, fissi nei miei. Sorrideva e non parlava. Iniziò a muovere il bacino davanti al mio viso e io sentii la goccia far traboccare il vaso. Le mie labbra si avventarono istintivamente su quel membro. Mi ritrovai a ...
    ... succhiarlo prima ancora di averlo estratto dal tanga, assaporandolo attraverso il tessuto. Non capivo se le piacesse, e quanto. Il suo sorriso era diventato un ghigno di soddisfazione. La sua mano correva tra i miei capelli con fare dominante, come se avesse appena vinto la scommessa, e la sfida. Le mie mani raggiunsero il suo intimo per sfilarlo e offrire alle mie labbra quel pezzo di carne. Era quello che volevo: sentirlo crescere nella bocca, tra i denti, mentre la lingua scorreva rapida saettando contro l’asta e il glande.
    
    Non paghe, le mani accarezzavano la sua pelle mentre il collo si muoveva avanti e indietro su quell’asta neppure troppo imponente, ma calda, eccessivamente calda. La sinistra le accarezzava la natica corrispondente mentre la destra si infilava tra le natiche, scartandole, cercando il vicoletto di Sodoma, dove penetrarla prima con un dito, poi con due, infine con tre, sentendo l’erezione altrui seguire quella stimolazione, il tutto sublimato dai gemiti e dalle urla di Ludmilla, non più conduttrice del gioco ma preda di attenzioni perverse.
    
    Continuai fino a sentirla venire nelle mie labbra, e oltre. Spingevo le dita nel suo buchetto con crescente foga e, una volta accolto e deglutito il suo seme, davo colpi sempre più lenti e più forti, profondi, inesorabili. Continuai fino a sentirla stremare, sentirla implorarmi di smettere. La soddisfazione mi appagava e mi donava un ampio sorriso. Mi sollevai in piedi dandole una sonora pacca sulla natica. Lei ne ...