1. Storia di Marta ed Irene


    Data: 09/07/2019, Categorie: Etero Autore: ruben, Fonte: RaccontiMilu

    ... giorno dopo era domenica ed io lavoravo di pomeriggio. La chiamai. – Che c’è Vale? – Marta, volevo essere certo che esisti, che non sei soltanto un sogno. – A che ora finisci? Vengo a prenderti con la macchina, stiamo un po’ insieme, voglio vederti.
    
    Venne, guidò fino alla fine della città, verso le colline. Poi si fermò e ci baciammo fino a sfinirci. – Ecco cos’è: tu non vuoi solo scoparmi, tu mi tratti come una innamorata.
    
    Ci vedemmo altre due volte ed ogni volta era una emozione incontenibile. La sentivo contenta, forse per lei stavo diventando importante; ma anche lei stava diventando importante per me.
    
    – Marta, domani mattina e domani notte lavoro. Possiamo vederci solo dopodomani. Ma per me è pesante non vederti, mi cominci a mancare davvero. – Sto pensando a noi due. Vale, il nostro rapporto è la cosa più importante che sento . Non si sente così per qualche scopata: questo è amore. – Aspettami allora. – Dopodomani dormi da me, con me, vicino a me. E non portarti il pigiama, non ti servirebbe.
    
    Quando chiuse la porta stemmo circa mezz’ora a baciarci ed a toccarci, in piedi, vestiti. La spogliai la misi sul letto e la baciai sul pube. – Aprimi le cosce, Marta, desidero farti una cosa. Sentì la punta della mia lingua sfiorarle il clito e capì. Divaricò le cosce per darmi tutta la sua fica da leccare. Aveva un clito molto grosso, sembrava la punta di un piccolo cazzo, facile a succhiare e da mordicchiare. Le succhiai con molta energia le piccole labbra, si ...
    ... torceva sotto quella stimolazione, e poi la penetrai con due dita, forzandola, mentre lee leccavo e succhiavo il clito. – Mi fai sentire amata, troppo amata così, Vale,. Continua, ancora, ancora…ah, che belle sensazoni sai darmi. Ancora, ci sto arrivando, più forte. Sotto il gioco delle dita la fica si era allentata, spinsi anche il terzo dito dentro, forzandola, mentre non smettevo un attimo di tormentarle il clito con la lingua. Ebbe un orgasmo fortissimo, si spingeva col bacino contro la mia bocca, si tirava e torceva i capezzoli. – Ci sono, amore, ci sono, sto venendo, ancora, continua, ancora. Continuai finché il suo orgasmo lentamente si spense. Mi prese e mi baciò in bocca come volesse divorarmi. – Il mio maschio, il mio uomo…Vale, inculami. – Marta, potresti sentire dolore. – Non mi importa, voglio che mi prendi completamente, voglio che senti che sono tua. Le leccai il culetto, aveva brividi di libidine, sentivo il suo piacere, la bagnai con la saliva ; poi puntai il glande sull’ano e spinsi. Lei si irrigidì alla pressione che aumentava e forzava l’ano . – Non fermarti, continua , non fermarti, prendimi. Ahaaaa, fa male, ma tu non fermarti. Sentivo sul cazzo la tensione del suo sfintere anale teso fino al limite; spinsi ancora e si lacerò. – Ah, rompimi amore, fammi tutta tua. Non preoccuparti di farmi male, prenditi il tuo piacere nel mio corpo, rompimi, amore. Tutto, entra tutto, spingimelo tutto nel corpo.
    
    – Allora, canaglia, è da stamattina che non ti sento. – ...
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